Le città abruzzesi non figurano tra le più inquinate
Anche in tempo di pandemia in Italia l’emergenza smog non si arresta e si cronicizza sempre di più, rileva Legambiente precisando che il Paese è indietro sulle azioni da mettere in campo per ridurre l’inquinamento atmosferico. Nel 2020 sono stati 35 i capoluoghi di provincia “fuorilegge” per le polveri sottili Pm10. A Torino la maglia nera per 98 giorni di sforamento dei limiti quotidiani (40 microgrammi per metro cubo per 35 giorni l’anno secondo la legislazione Ue) seguita da Venezia (88) e Padova (84). Al Centro-Sud il primato va ad Avellino (78) e Frosinone (77). E’ quanto emerge dal report “Mal’aria di città 2021”di Legambiente. Ogni anno in Italia, stando ai dati dell’Agenzia europea dell’Ambiente, sono oltre 50mila le morti premature dovute all’esposizione eccessiva a inquinanti atmosferici con spese di diverse decine di miliardi all’anno (stimate tra i 47 e i 142 miliardi di euro) tra sanitarie e per giornate di lavoro perse, Legambiente spiega di aver analizzato 96 capoluoghi di provincia e che 35 hanno superato almeno con una centralina il limite previsto per le polveri sottili (Pm10), ossia la soglia dei 35 giorni nell’anno solare con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo. Nella top ten delle città più inquinate ci sono anche Rovigo (83 giorni), Treviso (80), Milano (79), Cremona (78), Modena e Vicenza (75), poi Genova, Padova, Lodi, Verona e, scendendo lungo la Penisola, oltre ad Avellino e Frosinone, Ancona, Terni, Napoli, Roma, Bari e Catania. Le iniziative più urgenti, secondo l’associazione ambientalista, riguardano la mobilità sostenibile e l’uso dello spazio pubblico e della strada che vanno integrati a misure nel settore del riscaldamento e dell’agricoltura per portare benefici immediati e duraturi. E massima attenzione a non sprecare le risorse economiche in arrivo dall’Europa, avverte l’associazione.