La mattina del 21 novembre anche gli alunni della scuola di Scanno hanno partecipato alla giornata nazionale degli alberi, per tutelare la natura e le ricchezze botaniche italiane. Alla presenza del Sindaco, dei Carabinieri Forestali e dei docenti, i ragazzi hanno assistito alla piantumazione di un albero presso il parco giochi della Pineta.
In un anno di grandi incendi e grandi promesse internazionali, la giornata del 21 novembre, istituita su iniziativa del Ministero dell’Ambiente con la legge 1 del 10/2013, rappresenta un punto di riferimento per la protezione della biodiversità del nostro paese e in generale per la sensibilizzazione sulla fondamentale funzione svolta dagli alberi nella pulizia dell’atmosfera e la prevenzione contro il dissesto idrogeologico.
Proprio durante l’ultima Cop26 il tema degli alberi è stato centrale nel dibattito e da quella conferenza se ne è usciti con la promessa di interrompere la deforestazione entro il 2030. Questo significa che bisognerà piantare miliardi di alberi, in tutto il mondo, nei prossimi anni.
La Giornata degli alberi fu a suo tempo varata in ottemperanza alla ratifica parlamentare del Protocollo di Kyoto (1997), avvenuta nel 2002. Il trattato internazionale presentato dalla Convenzione Quadro dell’ONU per il contrasto del surriscaldamento globale fu sottoscritto da più di 180 paesi nella città giapponese e nell’ambito della festa degli alberi invitava ad adottare questa iniziativa a livello nazionale per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del patrimonio arboreo e boschivo dei vari paesi.
Eppure da gennaio 2021 al mese di agosto sono bruciati 158.000 ettari di boschi e foreste, come se fosse andata a fuoco una superficie equivalente alle città di Milano, Roma e Napoli assieme, secondo i dati dell’’European Forest Fire Information System. Sicilia e Sardegna le regioni più colpite. Situazione resa ancora più disastrosa dal fatto che il 44% dei Comuni italiani interessati non compila da anni il catasto degli incendi, uno strumento fondamentale per mappare i territori colpiti e studiare apposite azioni di prevenzione e rimboschimento, e che oltretutto è obbligatorio per legge. Questo determina rischi altissimi di desertificazione per un quinto del territorio nazionale, con conseguenze potenzialmente gravissime sull’agricoltura e sulla fauna.