A chiamare in causa i giudici amministrativi è stata la lista “Progettiamo Villalago”, che fa capo al candidato sindaco non eletto Luca Silvani, secondo la quale le cinque schede contestate avrebbero potuto cambiare l’esito elettorale dello scorso 4 ottobre, per la ridotta differenza nel risultato dei due candidati che ha riassegnato la fascia tricolore al sindaco Gatta, dopo la breve parentesi del commissariamento. Per i ricorrenti l’attribuzione di quelle preferenze era da rivedere.
In particolare avevano chiesto di annullare 2 dei 212 voti verbalizzati a favore di Fernando Gatta e altresì di considerare invece come validi 3 oltre ai 208 voti raccolti da Luca Silvani. In subordine, poi, avevano chiesto l’annullamento di tutta la procedura elettorale per la presunta irregolarità di un voto espresso a domicilio.
I giudici amministrativi hanno però ribadito la correttezza delle valutazioni fatte dal presidente di seggio, ritenendo marchiate con segni esterni alla scheda, e quindi riconoscibili e “firmate”, due preferenze che i ricorrenti ritenevano dover essere assegnate a Silvani; dall’altra hanno validato i due voti contestati a Gatta uno che presentava una cancellatura dopo il nome di un candidato e un’altra nella quale, secondo i ricorrenti, non era riconoscibile il cognome del candidato.
Respinta anche l’ipotesi di annullamento dell’intera procedura elettorale per la presunta irregolarità di un voto espresso a domicilio senza certificato: secondo i giudici, infatti, i verbalizzanti hanno solo confuso il voto a domicilio a cui l’elettore era autorizzato, con quello assistito per il quale sarebbe servito un certificato.