È indubbio che l’abito muliebre tradizionale di Scanno sia un patrimonio da preservare con cura e passione. Un’eredità considerevole molto importante. Ci sono idee e progetti ma ancora nulla di definito.
Sono una mezza dozzina le donne rimaste che indossano ancora il costume tradizionale, cui va tutta la nostra ammirazione. Purtroppo, da qualche tempo, è molto difficile incontrarle lungo le viuzze del borgo o scorgerle affacciate alle finestre. Se si esclude qualche sporadica sortita di Regina La Morticella mentre si reca in chiesa per la messa o Margherita Ciarletta in occasione delle feste, ormai è di fatto rarissimo poterle vedere.
Sono rimaste dunque in sei, la più longeva è Vittoria Mastrogiovanni, prossima a compiere i suoi primi 100 anni, un traguardo importante come lo è stato per altri centenari, orgoglio della nostra comunità. Quindi Irma Paletta di anni 98, poi a seguire, le sorelle Adelia Nannarone, di anni 89, e Anna, sui 90.

D’accordo che l’età delle signore non si dice, non è carino, ma tutte loro sono così eccezionalmente meravigliose che siamo sicuri che ci perdoneranno. Gli anni di gioventù sono ormai un lontano ricordo come il giorno in cui indossarono per la prima volta quel pesante panno che le accompagna ancora. Non è stata una vita facile la loro; piena di sacrifici, a crescere da sole i figli con i mariti pastori transumanti o all’estero. Mettiamoci anche la guerra e tutto ciò che ne consegue: la fame, il duro lavoro.

A causa di qualche acciacco e l’età avanzata sono ormai costrette a non uscire quasi più da casa ma, sappiamo, che leggono sempre “La Foce” e non vedono l’ora d’informarsi sulle “cose di casa”. Pertanto, cogliamo l’occasione per mandare a tutte loro un grande abbraccio di cuore con l’augurio di lunga vita in serenità e salute.