Mancano ormai solo due settimane e anche quest’anno le glorie illumineranno Scanno, occasione per il nostro paese di godere di quella particolare suggestione che crea meraviglia, ma, secondo un nostro giovane lettore, la mancanza di competizione tra le contrade sta creando, da qualche anno, più di una lamentela sia tra chi assiste, sia tra chi è impegnato a costruirle.
Quali possono essere allora i cambiamenti opportuni da attuare per rinnovare una manifestazione che non ha uguali ma che bisognerebbe, in qualche modo, renderla più “turistica”?
Innanzitutto bisognerebbe reinserire la gara con un trofeo per il primo classificato, senza far conto al valore del premio ma dare importanza alla proclamazione di un vincitore. La giuria dovrà essere imparziale, composta da persone che ovviamente non fanno parte di nessuna contrada. L’attribuzione del premio dovrà scaturire da un’analisi che comprenda le tre fasi principali: l’accensione, la durata e la verticalità della fiamma. Inoltre le Glorie dovrebbero essere “total green” nel rispetto della natura senza cercare di barare con ritrovati inquinanti, non avrebbe alcun senso rovinare una manifestazione così bella solo per prevalere sugli altri. A lungo andare gli elementi nocivi potrebbero danneggiare l’ambiente e si perderebbe così il vero messaggio che la tradizione insegna: il rispetto del bosco e del territorio.
Il punto essenziale su cui investire è la promozione turistica, poiché in altre parti con molto meno si riesce ad attirare molta più gente. Innanzitutto si dovrebbe coinvolgere di più il turista magari dandogli la possibilità di esprimere un voto, una sua personale preferenza tanto da fargli vivere più da vicino l’evento. L’ideale sarebbe, tramite guide, accompagnarli sul posto, ovvero organizzare un percorso che li conduca presso le contrade per poi terminare con la visione dall’aia di Sant’Angelo, dove c’è la possibilità di vederle, accese e maestose, tutte e tre contemporaneamente. Di contorno si dovrebbero allestire delle mostre fotografiche (siamo o no il paese dei fotografi?) che raccontino la storia dell’evento; dalla costruzione all’accensione fino alla consegna del “palancone” all’ultima sposa dell’anno.
Ogni anno sarebbe opportuno inserire delle piccole novità, tipo convegni o proiezioni di filmati, che rendano la manifestazione sempre diversa, facendo attenzione però a non snaturare una tradizione che si tramanda da secoli.
Foto: Paolo Di Menna