La commemorazione dei defunti è una di quelle occasioni che richiamano tanta gente in paese. Di solito la visita si svolge nell’arco di una sola giornata, un ritorno, però, molto sentito e partecipato. Nei giorni antecedenti sono soprattutto le donne che si adoperano per la ripulitura delle tombe dei propri cari, successivamente riordinate con fiori e lumi. Si diceva dell’arrivo, anche da molto lontano, d’intere famiglie con figli anche piccoli poiché c’è ancora il desiderio di fargli conoscere i propri nonni, parenti e altri nel segno del ricordo e dell’affetto che, tra l’altro, ti spinge a girare tutto il cimitero per un saluto generale a tutti. E ogni sosta è un tuffo al cuore specialmente al cospetto di persone conosciute, di amici giovani scomparsi prematuramente o di bambini di soli pochi giorni, anni o mai nati. Dalle foto sembrano tutti felici, un po’ meno in quelle in bianco e nero dove si notano persone mai conosciute o appena, appena viste o incontrate qualche volta per strada. Ma anche qui, un pensiero o un saluto gli si deve sempre una volta individuata la parentela, la compagnia e/o il gruppo d’amici, cui faceva parte.
Il camposanto di Scanno, dagli ultimi giorni d’ottobre fino a metà novembre, è un’esplosione di colori: tantissimi vasi di fiori, lumi e coccarde adornano i loculi e i perimetri delle tombe. Qualcuno lascia dei foglietti scritti, parla addirittura con il proprio caro ma sono le preghiere, spesso recitate sottovoce, a rompere quello strano, riguardoso silenzio che solo qualche uccellino osa disturbare. Nell’oscurità della sera e durante la notte, i lumi accesi rischiarano quasi a giorno tutto l’ambiente.
Come ogni anno le celebrazioni comprendono, dapprima la deposizione della corona ai caduti delle guerre in piazza San Rocco e poi la messa al cimitero. Il 2 novembre è il giorno che la Chiesa dedica alla commemorazione dei fedeli defunti, che dal popolo viene chiamato semplicemente anche “festa dei defunti”. Ma anche nella messa quotidiana, la liturgia riserva sempre un piccolo spazio, detto “Memento, Domine…”, che vuol dire “ricordati, Signore…” e propone preghiere universali di suffragio alle anime di tutti i defunti in Purgatorio.
Il grande poeta Foscolo levava la sua voce laica in difesa dei sepolcri e innalzava un monumento in onore dei cimiteri come luogo di memoria perenne, di perpetuo incontro tra i morti e i vivi, in un’edificante corrispondenza d’amorosi sensi. E per questa commemorazione dei defunti, ricordiamoci con gratitudine di quelli che ci sono cari, perché hanno illuminato la nostra vita. Ma ricordiamoci anche di quelli di cui non conosciamo i nomi e che forse non hanno nessuno che preghi per loro. È un atteggiamento sicuramente di riconoscenza che ci guida, ma anche uno spirito di fraternità, di solidarietà e di fede verso ogni uomo e donna di qualsiasi colore, etnia, credo.
E infine S. Agostino diceva: “La più fredda tomba dei morti è il cuore dei vivi quando li dimentica”.