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Dal 1891 al 1920 emigrarono dall’Abruzzo e Molise 775.106 persone, un dato riferito alla sola “emigrazione transoceanica”, e il punto di partenza furono prevalentemente i piccoli comuni delle aree interne, i luoghi che attualmente più dovrebbero adoperarsi per favorire la ricerca delle radici. La prospettiva di un sostegno pubblico a iniziative dirette a favorire il “turismo delle radici”, come previsto dall’omonimo progetto Pnrr presentato il 15 febbraio scorso presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha generato interesse anche in Abruzzo, che conta un numero di residenti stimato inferiore a quello relativo a coloro che vivono oltre i confini regionali e all’estero.
Sono alcune considerazioni emerse nell’intervento di Antonio Bini – direttore editoriale della rivista “Abruzzo nel Mondo” e già dirigente del Settore Turismo in Regione Abruzzo – alla “Conferenza sul ‘Turismo delle radici” svoltasi ad Agnone (Isernia). Conferenza alla quale ha partecipato anche il professor Angelo Di Ianni, consulente del ministero dell’Istruzione dell’Ontario. “Il turismo di ritorno, riguardante gli emigrati, e quello delle radici, che attiene ai discendenti degli emigrati, ha sempre rappresentato una componente significativa del turismo regionale, anche se non sempre verificabile – osserva Bini – In molti casi, chi rientra per un breve periodo utilizza la casa di famiglia o alloggia presso parenti. Ma sono tanti quelli che ricorrono ai servizi alberghieri”. “L’accresciuta diffusione dell’immagine dell’Abruzzo – sottolinea Bini – ha suscitato interesse e curiosità tra i discendenti degli emigrati, anche di quarta, quinta generazione, persone che non partecipano normalmente alle attività promosse dalle associazioni degli emigrati”.
“Può scattare sempre nel discendente di emigrati la molla per cercare le origini dei propri avi. Spesso è una ricerca individuale, non sempre facile. Talvolta viene raccontata – ricorda Bini – Come nel caso di Norman Thomas Di Giovanni, scrittore e traduttore/amico di Borges. Il viaggio alla ricerca del paese di origine del padre, Sant’Eusanio Forconese (L’Aquila), divenne un racconto pubblicato sulla rivista americana ‘Departures-Culture’”. Aiutare a ritrovare le proprie radici non deve rappresentare, secondo Bini, “un obiettivo economico, ma un atto di sensibilità sociale e culturale. Questo tipo di turismo potrà trovare nel 2024 un momento di maggiore attenzione, che si potrà sviluppare negli anni successivi. I recenti viaggi in Abruzzo e in Molise di Nancy Pelosi e di Mike Pompeo a Pacentro dimostrano l’importanza delle ricerche genealogiche”. “Auspico forme di collaborazione tra Abruzzo e Molise – dice Bini – in particolare per quanto riguarda il coinvolgimento delle associazioni abruzzesi-molisane all’estero, ancora unite, a prescindere dalla separazione amministrativa delle due regioni. Abruzzolive, Alessandra Ciciotti