L’associazione Fondo Abito Scanno Tradizione e Innovazione (FASTI), il 2 maggio scorso, presente all’ultimo consiglio comunale tenuto dall’Amministrazione uscente, ha ottenuto l’impegno del Comune per arrivare al riconoscimento del suo valore come Patrimonio Unesco. Il costume antico delle donne di Scanno costituisce ilpunto di riferimento della cultura e della tradizione scannese, tratto distintivo dell’epopea pastorale che il borgo ha vissuto per secoli.
Alcuni studiosi di storia locale hanno ipotizzato l’origine orientale del costume, data da alcune abitudini delle donne come quella di coprire il volto. Altri invece ne hanno sostenuto la provenienza longobarda. I più antichi documenti che parlano dell’abbigliamento delle donne scannesi riguardano i corredi dotali dei secoli XVI-XVIII dove troviamo abiti molti diversi da quello di oggi. Una evoluzione dell’abito che si ferma negli anni cinquanta e che tuttavia non ha sminuito, nel tempo, la carica emblematica del costume femminile, soprattutto nella versione festiva.
L’attuale abito è costituito da una gonna ampia, il cui colore e, il tipo di stoffa adoperati, stavano ad indicare il ceto e la condizione sociale di chi lo indossava. È impreziosita da ricami dorati, ricoperta davanti da un grembiule di lino con applicazioni di merletti. Altro elemento distintivo è “ju cummudene”, il corpetto, nella parte che chiude il collo è cucito un fine merletto: la scolla. Sotto il corpetto s’indossa una camicia bianca ricamata a mano, le maniche sono molto larghe e si restringono in minutissime pieghe ai polsi e all’attaccatura delle spalle. Si allaccia sul davanti con un’unica fila di bottoni che termina in una bottoniera. Infine, vi è “Ju cappellitte”, particolare cappello che veniva indossato a seconda del giorno feriale o festivo.
L’abito femminile di Scanno è il costume più rappresentativo e originale della regione Abruzzo, carico ancora di mistero; attribuisce alla donna che lo indossa un portamento solenne, quasi regale.