La Befana, lo sanno tutti, è vecchia, viene di notte, cavalcando una scopa volante e con le scarpe tutte rotte, porta dolci e caramelle ai bambini buoni, ma anche qualche pezzo di carbone a chi è stato monello: per assicurarsi la sua visita è necessario appendere una calza al camino o, in mancanza di questo, in un posto bene in vista. È l’ultimo personaggio a presentarsi sulla scena delle feste natalizie e il suo arrivo, nella notte dell’Epifania, “tutte le feste si porta via”.
È protagonista di molte storie e racconti, interessanti da conoscere. Innanzi tutto occorre dire che la Befana è proprio vecchia, anzi antica. La sua storia risale addirittura ad antichi riti pagani di epoca pre-romana, legati alla cultura contadina e al ciclo delle stagioni e al solstizio d’inverno. La Befana è conosciuta in tutta Europa con nomi diversi ma, comunque la si voglia chiamare, si tratta in ogni caso di una personificazione al femminile dell’inverno, raffigurata per lo più come una vecchia con la gobba e con il naso adunco, capelli bianchi spettinati, vestita di stracci e scarpe rotte.
Il suo nome, Befana, deriva da Epifania, che in greco significa “manifestazione”, e non a caso arriva proprio in occasione di questa festa, nella notte tra il 5 il 6 gennaio. La Befana, però non è una strega, per questo è sbagliato rappresentarla con il cappello a punta. La vecchietta in effetti porta in testa un fazzoletto pesante colorato, o una sciarpa rattoppata, o uno scialle che le copre anche le spalle. Il carbone, che viene lasciato come punizione per i bambini troppo birichini, è legato alla consuetudine di alzare falò propiziatori in occasione dell’Epifania, per bruciare simbolicamente l’inverno e propiziare un nuovo raccolto. In molte società contadine in quest’occasione si bruciava anche un fantoccio che raffigurava una vecchia, per liberarsi di tutto ciò che è vecchio e propiziare l’arrivo della nuova stagione. Il carbone sarebbe quindi un talismano dal significato positivo, anche se, in fondo alla calza, è indice di castigo.
Al contrario di Babbo Natale, la Befana si accontenta di trovare una calza. La tradizione nasce dalla consuetudine, attribuita alla vecchietta, di trasportare i suoi dolci in un grande sacco di iuta, liso e sformato, o al massimo in una gerla di vimini. Anche i doni sono avvolti in sacchetti di tela, così consumati da assumere la forma di un calzettone.
Nonostante tutto, la Befana è un personaggio amatissimo. Non è bella da vedere e, come ogni anziana che si rispetti è piena di acciacchi e a volte può mostrarsi scorbutica e litigiosa. Ma con i bambini è tenera e affettuosa e loro la amano molto: anche gli adulti, che tornano in quest’occasione un po’ bambini.