La ricerca condotta dagli scienziati del Dartmouth College di Hanover, nel New Hampshire,”e pubblicata su Nature, ha confermato non solo che il riscaldamento causato dall’uomo porta a un declino del manto nevoso ma che, se una località raggiunge una certa temperatura media, potrebbe non vedere più nevicate. Lo studio quantifica l’impatto del riscaldamento globale – al netto della variabilità sul breve periodo – sulle riserve idriche stoccate sotto forma nevosa che riforniscono i principali bacini idrografici dell’emisfero Nord. La soglia di non ritorno scatta quando la temperatura media invernale è più alta di -8°C.
L’aumento della temperatura sta portando una progressiva diminuzione nella frequenza delle nevicate. Questa tendenza confermata da osservazioni pluridecennali, è destinata a proseguire anche nei prossimi anni. Il riscaldamento globale è alla base di questi eventi straordinari che portano una drastica riduzione del manto nevoso sulle montagne d’Europa, dove le temperature sono più calde rispetto a qualche decennio fa.
L’estrema variabilità delle precipitazioni annuali rende difficile stabilire tendenze ma nel caso particolare della neve, essendo questa precipitazione intimamente legata alle temperature, avere più o meno caldo determina una maggiore o minore frequenza di comparsa di questa meteora invernale. La riduzione stagionale della neve è particolarmente visibile nei comprensori sciistici di medio e bassa quota. Questa problematica si osserva anche sulle nostre Alpi, dove la quantità di neve che cade durante la stagione appare ormai da decenni in diminuzione. Di pari passo si allungano i periodi senza nevicate invernali, esattamente come quello che stiamo vivendo in questo momento.
Fino alla metà degli anni 80′ esistevano numerose stazioni sciistiche di bassa quota anche lungo il nostro Appennino. Oggi la neve a bassa quota in Appennino è diventata una rarità. In questo angolo d’Italia il settore del turismo legato agli sport invernali è quasi del tutto scomparso. Qui le vecchie infrastrutture restano in piedi come scheletri di un passato che non c’è più.