In ricordo di Gregorio Rotolo, casaro simbolo della pastorizia abruzzese

Due anni fa ci lasciava, a 62 anni, il maggior custode della cultura dei formaggi e dei sapori della montagna: originario di Scanno, era il paladino dell’autenticità del territorio, amatissimo nel settore. “Ha portato l’Abruzzo in giro per l’Italia e nel mondo”.

Era l’icona dell’Abruzzo pastorale che non si arrende, della tenacia che scaturisce dall’amore viscerale per un mestiere forse non più di moda ma che ha tanto da dire e da insegnare. Un mestiere che si tramanda da secoli: quello del pastore e del casaro. Gregorio punto di riferimento della pastorizia abruzzese e non solo, di quella tipica eredità della transumanza, dal 2019 patrimonio dell’Unesco.

Lavorava ed era originario di Scanno. Da quel paese antico e autentico,  Gregorio era riuscito a farsi conoscere e soprattutto a regalare ai palati gourmet formaggi strepitosi, dai sapori genuini, in cui metteva competenza e passione. Ha la sua paternità il progetto “Adotta una pecora” che aveva portato avanti insieme a Nunzio Marcelli con l’obiettivo di diffondere la cultura della filiera corta.

Grande amante della montagna e teorizzatore della biodiversità “ante litteram“, aveva grandissimo rispetto della natura e delle peculiarità del territorio che osannava per avere il merito di regalare ai suoi custodi profumi e sapori unici, e tipici, in ogni singolo angolo della terra. 

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