I fratturesi hanno da sempre avuto una particolare devozione per i Santi della propria comunità e oltre a seguire le ricorrenze nei suoi i riti religiosi, hanno, con grande attaccamento, fatto pubblici festeggiamenti nelle giornate annualmente ricorrenti. E, proprio quando furono emanate dalle autorità ecclesiastiche, in accordo con le autorità civili, le disposizione dello spostamento delle festività alla domenica o altro giorno festivo, la popolazione manifestò un educato disappunto perdendo una data di festività da tempo rispettata e che scandiva la venerazione dei Santi festeggiati. Ma la devozione è stata sempre più forte di un cambio di data per i festeggiamenti.
Tutte le feste di Frattura, oltre al programma religioso con riti di preparazione, quali novene, rosari, vespri, hanno sempre avuto un programma civile di qualità: concerti bandistici, spettacoli teatrali, proiezioni all’aperto di film di indiscusso valore e di vario genere, famosi comici, e serate musicali con la presenza di famosi cantanti in voga nel tempo (Gigliola Cinquetti, Little Toni, Pupo, Rita Pavone, Orietta Berti ed altri) che, pur comportando notevoli spese, i comitati riuscivano a far esibire nella piazza del paese, richiamando tantissime persone da Scanno, Villalago e da tutto il circondario della Valle Peligna, trasformando Frattura per una serata il “centro di gravità della vallata”.
La gente di Frattura, ha sempre manifestato il proprio attaccamento al paese e alla sua vita, contribuendo generosamente per la riuscita delle feste. Da non dimenticare che nelle feste di Frattura il programma civile prevede giochi popolari, la tombolata, la misura dell’altezza del prosciutto, il palo della cuccagna, la corsa con i sacchi con la partecipazione di bambini, giovani e anche persone di un’età più avanzata.
La Festa di San Nicola protettore e Sant’Emidio
San Nicola, protettore di Frattura, è stato da sempre festeggiato con grande onore il 31 settembre, preceduto il 12 settembre dalla festa di Sant’Emidio, protettore contro il terremoto. Quando i fratturesi vivevano nelle baracche, la statua di San Nicola veniva portata in processione, dalla chiesetta di San Rocco di Frattura Vecchia a La Ruccia dove veniva allestita una tenda con tante coperte colorate. Non mancavano, nemmeno allora, la banda, gli spari, il palio e altri giochi popolari. I fratturesi che erano emigrati in molte parti dell’Italia e del mondo, inviavano generose offerte per la migliore riuscita della festa. Particolarmente commovente era il racconto di quelli che stavano all’estero, soprattutto in Venezuela, meta raggiunta da molti fratturesi, che il 13 settembre, si riunivano e festeggiavano il Santo Protettore.
I giorni delle feste, in particolare, quella del Santo Patrono, i comitati organizzatori riservavano una consistente somma di denaro per gli spari, soprattutto quello durante la processione. E gli spari di Frattura erano un’eccellenza. Si racconta ancora oggi che i villalaghesi che non avevano potuto partecipare direttamente alla festa a Frattura, si portavano nei punti del potenti e roboanti e colorati che quasi sempre rompevano i vetri più deboli delle case del paese.
Da ricordare che i villalaghesi si recavano a Frattura per la festa di San Nicola, percorrendo una strada piena di pietre, rocce e cespugli indossando scarponi adeguati e che, arrivati all’ingresso del paese, indossavano vestiti e scarpe da festa. Molti scannesi arrivavano a Frattura con le corriere che, per il numeroso afflusso, faceva più viaggi. La processione del Santo nel giro del paese aveva un ordine meticoloso che “severi mazzieri” facevano rispettare sia davanti alla statua con la Confraternita e i bambini che portavano i ciambelloni (dolci fatti in casa) sia dietro la statua con la presenza delle autorità civili e militari in alta uniforme e con i gonfaloni dei paesi rappresentati.
Dal libro “A raccontar Frattura” di Armando Iafolla e Luciana D’Alessandro