Per chi arriva a Frattura Nuova desta curiosità e meraviglia la presenza ancora oggi nelle facciate delle abitazioni ricostruite in pieno periodo fascista, dello stemma del fascio littorio.
Non si tratta di simboli del fascismo che i fratturesi hanno acquisito per particolari meriti di adesione a tale ideologia, ma fanno riferimento alla persona di Benito Mussolini che volle ringraziare l’intero paese per un atto di generosità ed eroismo che un suo cittadino aveva compiuto nei suoi confronti. Ebbene, il giovane Benito Mussolini, durante il primo conflitto mondiale fu ferito nella battaglia sul Carso e vi fu un fuggi, fuggi generale.
Un militare di Frattura, Caputo Amedeo, gli si avvicinò, lo caricò sulle spalle e lo trasportò per un lungo tratto salvandogli la vita. Tra i due commilitoni nacque una solidarietà rafforzata da una intensa corrispondenza epistolare. In seguito agli eventi disastrosi del terremoto del 1915 Frattura rimase per circa 20 anni in delle baracche di legno, con una vita di stenti e di avversità. Mussolini, non più l’umile soldato di guerra, ma ormai il Duce, non dimenticò le gesta del soldato fratturese che gli aveva salvato la vita e con il quale intratteneva una corrispondenza, e si adoperò per donare i primi tre edifici di Frattura nuova contraddistinti con le lettere A,B,C, con il simbolo del fascio littorio sulla facciata. Cominciò così la ricostruzione del paese nuovo. Nonostante sia trascorso tanto tempo dalla costruzione delle case nuove, ancora oggi si possono vedere tali simboli in alcuni caseggiati, anche se danneggiati o rimossi dopo la caduta del Fascismo.
CARLO AZEGLIO CIAMPI
Un attestato di riconoscenza verso il nostro paese è stato fatto dal Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi in occasione di una sua visita a Scanno che durante l’incontro con la cittadinanza espresse queste testuali parole: “Ricordo durante la mia permanenza a Scanno come rifugiato politico, le mie visite a Frattura a prendere il pane, il grano ed altri prodotti”.
Si racconta che insieme ad altri rifugiati avessero una radio clandestina, posizionata a Frattura Vecchia, posto privilegiato per la ricezione e la trasmissione delle comunicazioni di guerra. Nota: oggi diremmo che Frattura avrebbe un drone invisibile e non invasivo. Sicuramente il rifugiato Ciampi e gli altri avranno percorso le montagne di Frattura in lungo e in largo per individuare posti dove rifugiarsi di volta in volta e ne avranno decantato la bellezza.
IL PASSAGGIO DEL GENERALE BORJES PER FRATTURA
Dalle testimonianze del Sacerdote Gervasio Ricci si apprende del passaggio del Generale Borjes per Frattura. Il 5 dicembre 1862 gli abitanti di Frattura, soprattutto le donne che si trovavano nei pressi dell’aia o nelle stalle (gli uomini si trovavano impegnati a lavorare in Puglia) si accorsero della presenza nella montagna di Rufigno di una comitiva a cavallo. Il primo pensiero fu che si trattasse di briganti e impaurite si chiusero in casa.
Il parroco Gervasio Ricci, con l’ausilio del cannocchiale, dalla finestra della “Sala Falcone” del palazzo di famiglia osservò che i componenti erano ben vestiti e pensò si trattasse delle guardie nazionali. Avvicinandosi scoprì che erano militari spagnoli guidati dal Generale Borjes che, con fare altezzoso chiese indicazioni sulla strada da percorrere per lo Stato Pontificio. Il parroco accompagnò il generale fino alle montagne di Villalago, quindi ritornò a Frattura dove i parrocchiani lo attendevano con ansia in chiesa per i vespri di San Nicola. Si seppe poi che erano militari inviati dal Re di Spagna per riportare sul trono di Napoli Francesco Il che si trovava presso il Papa Pio IX. L’impresa risultò negativa, i soldati catturati furono fucilati dai bersaglieri al comando del Maggiore Fanti nella tenuta Luppe presso Tagliacozzo. I loro corpi riposano in Spagna.
Dal libro “A raccontar Frattura” di Armando Iafolla e Luciana D’Alessandro