Il regolamento europeo per migliorare la biodiversità e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 fa parte delle tappe cruciali del Green Deal.
In difesa della biodiversità, il 18 agosto è entrata in vigore la legge europea sul Ripristino della natura, uno dei pilastri del Green Deal. Si tratta di un regolamento voluto dall’Unione europea per migliorare la biodiversità e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. La norma è rimasta bloccata per mesi a causa delle divisioni politiche tra i 27 dell’Ue, con sette dei Paesi membri (Italia inclusa) che hanno votato contro al momento dell’approvazione finale. Entro due anni gli Stati dovranno presentare alla Commissione europea le bozze dei piani di ripristino nazionali, da finalizzare e pubblicare nell’arco di sei mesi dall’arrivo di eventuali osservazioni da parte dell’esecutivo Ue.
Le tappe previste
Il regolamento, che è stato fortemente contestato dalle organizzazioni degli agricoltori, prevede la protezione delle aree naturali e punta a ripristinare quelle già degradate. Tre le tappe individuate dalla norma, entro il 2030 si dovranno attivare misure di recupero nel 30% di ogni ecosistema. In particolare, gli Stati adotteranno misure di ripristino in almeno il 20% delle aree terrestri Ue e nel 20% delle sue aree marine. In questa prima fase si punta anche a recuperare almeno 25.000 km di fiumi a flusso libero, invertire il declino delle popolazioni di insetti impollinatori e migliorarne la diversità, oltre a incentivare la biodiversità negli ecosistemi agricoli e forestali. Su tutto il territorio Ue, sarà richiesto l’impegno di piantare almeno tre miliardi di alberi aggiuntivi. Il secondo step è il 2040. Entro questa data la soglia di ripristino dei territori salirà al 60%. Infine, entro il 2050, si dovrà arrivare al 90%.