Sant’Eustachio… d’altri

Aggirandomi tempo fa in uno dei mercatini romani, lo sguardo cadde su un quadro poggiato per terra. Un “Sant’Eustachio” elegante, con tanto di palma e cervo. Sullo sfondo una rocca e, in basso la scritta “D. EUSTACHIO MARTIRI CASTRI CATINI PATRONO” e, sotto, “Andreas Chiari Donavit A.D. 1836”.

L’antico borgo incastellato, ormai assorbito nel comune di Catino, fu nel medioevo dei conti romani di Sant’Eustachio che, per questo, ne divenne protettore. Ricordandomi della raccolta di effigi del nostro santo, presente nella sacrestia della parrocchia, lo presi per portarlo a Scanno. Non conoscevo l’esistenza di questo santuario, ma ho letto che nel 1093  entrambi i castra, quello di Catino e di Poggio Catino appartenevano ai domini della potente Abbazia di Farfa che fu, per secoli, località  di grande rilevanza commerciale, tanto che all’omonima fiera annuale partecipavano regolarmente gli scannesi, per vendere i panni lana da noi prodotti. Tutto torna quindi.

Peccato non aver potuto portare a Scanno un altro “Sant’Eustachio”, che si trova in una delle chiese, a mio avviso, più belle del mondo: Santo Stefano Rotondo, di fronte a Villa Celimontana, al Celio. Gli esami scientifici hanno accertato che il legno utilizzato per le travi del tetto fu tagliato intorno al 455 d.C. Ovviamente subì molteplici interventi di restauro. Nel 1583, su incarico dei Gesuiti, il Pomarancio ricevette l’incarico di affrescare il muro che chiudeva l’ambulacro. L’artista realizzò 34 scene raccapriccianti del martirio di numerosi santi. Gli affreschi ben riflettono lo spirito della Controriforma per l’esaltazione del martirio e il terrore delle punizioni inflitte: sono infatti qui presentati tutti i tipi di martirio inflitti ai primi cristiani. Non poteva mancare il nostro protettore, con i familiari arroventato dentro il bue di bronzo.

La devozione degli scannesi per il nostro Santo si rinnovella nelle forme più diverse. L’ultimo esempio in ordine di tempo è la bellissima statua realizzata dal nostro concittadino Luigi Ciancarelli, di cui pubblichiamo la foto, unitamente al quadro del Sant’Eustachio di Poggio Catino e all’affresco del martirio, della splendida basilica di Santo Stefano Rotondo, a Roma.

P.C.

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