Qualche anno fa fece scalpore una richiesta fatta da un signore di Milano che, telefonando all’Azienda di soggiorno e turismo, chiedeva di prenotare, per se e per la sua famiglia, un posto in prima fila per assistere al rito delle Glorie, non sapendo che lo spettacolo dell’accensione si può osservare e godere da diversi punti del paese. Certamente il posto migliore è quello dell’aia di Sant’Angelo, dove, di fatto, si riunisce la maggior parte degli spettatori e da dove si possono ammirare tutte e tre le Glorie.
A Scanno, la sera della vigilia di San Martino, il 10 novembre, ore 18 e 30, l’ora dell’accensione delle Glorie è sicuramente il momento più esaltante e atteso. Ma le Glorie non sono solo questo, in precedenza c’è tutta la fase di preparazione; giornate intere di lavoro per reperire più legna possibile, la scelta dei “palanconi” e cioè la selezione dei lunghi e robusti tronchi capaci di sostenere tutto il peso degli arbusti tagliati alla perfezione. Poi c’è da calcolare la loro grandezza, per posizionarli per bene facendo attenzione a non sbilanciare troppo le cataste in allestimento.
Si comincia con metodo dalla base, dove va creata una specie di “bocca di camino”, uno spazio vuoto predisposto all’inserimento di tizzoni ardenti per dare fuoco. Con la massima attenzione, si passa all’accatastamento del legname, operazione delicata riservata ai più esperti, cominciando dai tronchi più grossi per passare a quelli più sottili man mano che si sale su, servendosi di scale e comode passerelle già posizionate a varie altezze. Se si considera che bisogna superare i venti metri (sette piani di un palazzo), c’è parecchio lavoro da fare mentre una miriade di bambini vocianti gira per gli anfratti del bosco alla loro prima esperienza, contenti come non mai di partecipare all’evento. Per loro sono momenti particolari perché hanno il benestare degli adulti che li fanno sentire importanti e, anche perché, un domani saranno loro a dare continuità a questa bella e antica tradizione che unisce tutto il paese.
Durante dunque la preparazione, seppur stanchi, si cerca di mantenere uno spirito “battagliero” poiché, di sicuro, anche se forse non è importante vincere, si vuole in qualsiasi modo fare bella figura, al fine di dimostrare alle altre Contrade di essere più bravi e competenti. E la festa è anche quella di stare insieme gustando ricche pietanze preparate sul posto, accompagnate da più di un bicchiere di vino specialmente quando il tempo non è propizio; spesso fa freddo, piove e nevica, o tira parecchio vento…ne sanno qualcosa quelli di Cardella! La Plaja, forse, in fatto di meteo, è quella che ne trae più vantaggio perché meglio posizionata. La Gloria di San Martino, invece, gode di una prospettiva favorevole perché posta più in alto delle altre.
E la festa continua in piazza tra le grida di giubilo dei contradaioli, cui da qualche anno si sono unite anche le ragazze, un po’ spaurite ma orgogliose di farne parte, tant’è che, in fatto di presenze, si prendono tutta la scena. Sono loro la vera novità: speranzose di ricevere un giorno in dono il “palancone” che, secondo tradizione, ogni volta, va all’ultima sposa dell’anno in segno di augurio e prosperità.