La Commissione europea ha pubblicato i risultati di un sondaggio d’opinione (sono state intervistate circa mille persone in ogni Paese della UE) che mostra che la maggior parte dei cittadini dell’UE ritiene di aver bisogno di maggiori informazioni per prepararsi a disastri ed emergenze. Inoltre, le risposte rivelano che i cittadini si sentono per lo più esposti ai rischi legati all’impatto del cambiamento climatico, ma anche alla sicurezza e ai rischi sociali.
La recente indagine speciale sull’ Eurobarometro ha chiesto alle persone nei 27 Stati membri la loro esposizione percepita ai rischi di catastrofi, il loro livello di conoscenza e le fonti che usano per conoscere i rischi di catastrofi. Il sondaggio ha anche chiesto alle persone quanto sono preparate per i disastri e quanto si fidano dei servizi di emergenza e delle autorità.
Le persone in 17 Stati membri si sentono più esposte a eventi meteorologici estremi, come tempeste, siccità e ondate di calore. Gli intervistati si sentono più esposti agli incendi in Portogallo e a Cipro e alle inondazioni in Bulgaria. Le risposte sono state notevolmente diverse in Svezia, Danimarca e Repubblica Ceca, dove le minacce alla sicurezza informatica sono in cima alla lista. In Germania le tensioni politiche o geopolitiche, in Estonia le interruzioni critiche delle infrastrutture e in Finlandia le emergenze per la salute umana sono in cima alla lista per l’esposizione personale percepita. In Italia il 44% di coloro che hanno risposto hanno indicato gli eventi meteorologici estremi come quelli ai quali si considerano personalmente più esposti (rispetto ad una media del 38% nel complesso dei paesi UE).
A livello UE, quasi due terzi degli intervistati hanno dichiarato di aver bisogno di maggiori informazioni per prepararsi a disastri ed emergenze. Inoltre, più di un terzo dei cittadini ha dichiarato di avere difficoltà a trovare informazioni rilevanti dalle autorità pubbliche e dai servizi di emergenza. In Italia dichiarano di avere bisogno di maggiori informazioni il 73% degli intervistati (il 65% a livello europeo). Il sondaggio mostra anche che quasi quattro persone su dieci non hanno il tempo o le risorse finanziarie per prepararsi a disastri o emergenze.
I cittadini dell’UE hanno anche confermato di fidarsi dei servizi di emergenza per gestire le situazioni di calamità e fornire informazioni e avvisi. In Italia il 38% però dichiara di non fidarsi dell’informazione delle autorità pubbliche (è il 26% nella UE). Allo stesso tempo, dicono che una migliore preparazione aumenterà la loro resilienza individuale.
Per quanto riguarda il ruolo delle comunità, il sondaggio rivela che le persone si affidano in gran parte a familiari e amici per far fronte a un disastro, anche più che ai servizi di emergenza, alle ONG e alle autorità locali o alle agenzie governative. Quasi due terzi dei cittadini dell’UE affermano di non aver mai praticato un lavoro volontario per sostenere le organizzazioni di emergenza o iniziative basate sulla comunità per aumentare la resilienza alle catastrofi, mentre solo il 7% di loro è attualmente impegnato nello stesso tipo di lavoro.