Questo saggio offre uno studio sistematico dei toponimi ricompresi nel nostro territorio. L’autore cita, fra coloro che hanno contribuito al lavoro, durante l’estate del 2021, Pasquale Caranfa, Antonio Carfagnini e Candido Nannarone, appassionato della storia e dei luoghi scannesi. Originario di Opi, insegna a Torino Lingua e letteratura italiana e storia alle scuole superiori e, a dispetto dei suoi 35 anni, ha prodotto già molti lavori, in gran parte dedicati ai toponimi dell’Alta Val di Sangro (Castel di Sangro, Pescasseroli, Opi, Villetta Barrea, Civitella Alfedena, Barrea, Alfedena e Scontrone).
È un lavoro prezioso, che Boccia ha regalato a Scanno, da tenere in grande considerazione. Le ultime copie rimaste possono essere ancora acquistate nell’edicola Gavita al prezzo di 10 euro, un’occasione da non perdere assolutamente.
Lo scritto merita un elogio e un ringraziamento, non solo da parte dei cultori della materia, ma anche da parte della comunità di Scanno, perché questo dettagliato “censimento” toponomastico è una fonte di conoscenza, non solo linguistica ma anche storica, che nel futuro sarà a disposizione degli studiosi e dei cittadini. Infatti, lasciando da parte l’antroponimia (studio dei nomi propri), che ha caratteri e interessi propri e ben circoscritti, nel caso della toponomastica è evidente fin dall’inizio che i nomi di cui questa disciplina si interessa rappresentano dei segni linguistici molto particolari.
Nel caso specifico dei toponimi (nomi dei luoghi), cercare di comprendere il perché di una certa designazione primitiva, aiuta frequentemente a recuperare informazioni di carattere storico o linguistico, utilissime a ricostruire la storia dei territori, delle famiglie e delle comunità. Facciamo qualche esempio fra i 208 dello studio. L’ultimo in ordine alfabetico è la Zazzarotta, che denuncia il lungo dominio longobardo sulle nostre contrade; infatti si origina dal longobardo zaza (ciocca), divenuto in italiano zazzera (Capigliatura lunga e scompigliata), con il dispregiativo zazzeraccia, che da noi diventa Zazzarotta. Valle de i Cudècchie e Culacchiòla, ambedue a indicare la parte terminale di un luogo (nel nostro caso il paese e il sistema vallivo). Cerrite èinveceun fitotoponimo (nome derivante da vegetale; in questo caso indica la presenza di cerri, un tipo di quercia pregiata, con cui è fatta la statua del nostro protettore Sant’Eustachio), evidentemente un tempo lì abbondanti.
«La presente ricerca – dichiara Davide – intende essere, senza alcuna pretesa di esaustività, uno studio monografico sul dialetto e sulla toponimia dialettale di Scanno, comune di circa 1.700 abitanti situato nell’Appennino abruzzese in provincia dell’Aquila. La ricerca si basa sull’analisi storico-etimologica dei nomi di luogo desunti in massima parte dalle tavolette in scala in 1:25000 dell’IGM (Istituto Geografico Militare). Questo contingente di nomi rientrante all’interno della toponimia ufficiale è stato integrato con toponimi raccolti attraverso inchieste condotte sul campo».