110 anni fa uno dei più forti terremoti avvenuti in Italia

Il 13 gennaio del 1915, 110 anni fa, uno dei peggiori terremoti della storia recente d’Italia sconvolse una vasta area del Centro. Devastazioni e decine di migliaia di vittime si registrarono nella regione geografico-storica della Marsica, in Abruzzo. Il sisma si verificò alle 7:53, un evento  dai 35 ai 45 secondi, classificato dell’XI grado dalla scala Mercalli e di magnitudo 7 dalla scala Richter. La città di Avezzano fu gravemente danneggiata. Qui si registrarono 10.700 morti, su un totale di circa 13.000 residenti.

È stato classificato come uno dei più disastrosi eventi tellurici registrati in Italia: per numero di morti, poiché su 120.000 residenti nella zona interessata, morirono oltre 30.000 persone, senza contare le decine di migliaia di feriti; per estensione, poiché quattro furono le Regioni interessate, Abruzzo, Umbria, Campania, Lazio; per il numero di centri abitati distrutti, poiché ben 52 paesi vennero rasi al suolo. Avezzano e i paesi limitrofi furono completamente distrutti, come anche il borgo di Frattura, frazione di Scanno, che fu distrutto quasi completamente con 162 morti in gran parte donne e bambini ed anziani, pari alla metà della sua popolazione. La scossa fu avvertita anche a Roma. A Scanno molte abitazioni furono danneggiate ma non ci furono vittime. La chiesa parrocchiale e il campanile subirono danni rilevanti nelle volte e nei muri maestri e, per alcuni giorni, si temette la demolizione.

E fu così che Frattura subì una delocalizzazione completa con la costruzione, ultimata alla fine degli anni 30, di un nuovo centro abitato. Alcuni edifici di Frattura Vecchia sono comunque sempre stati mantenuti insieme a piccole attività orticole che lo rendono a tutt’oggi un centro particolarmente vivo.

Le prime costruzioni di Frattura Nuova furono 3 caseggiati marchiati con le prime tre lettere dell’alfabeto, e si narra che proprio queste tre prime costruzioni fossero state finanziate direttamente da Benito Mussolini, il quale ferito durante la Prima Guerra Mondiale pare fu aiutato a salvarsi da un abitante di Frattura. Gli edifici di Frattura Nuova sono perfettamente allineati e con linee pulite e semplici, tutti rifiniti con la medesima pietra locale. Al centro del borgo si trovano gli edifici di pubblica utilità, e cioè la chiesa e la scuola (oggi diventata museo).

Negli anni successivi alla ricostruzione la popolazione è arrivata ad aggirarsi intorno ai 400 abitanti. Ora ne rimangono stabilmente solo 20, in quanto Frattura negli ultimi decenni ha subito un forte spopolamento dei suoi abitanti verso zone più comode per lo studio e il lavoro, fenomeno molto diffuso in tutto il resto delle zone montuose italiane.

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