…della serie “Quando a Collerotondo Berta filava”
Mentre tutte le persone che amavano Collerotondo si adoperavano per lo sviluppo economico e turistico del paese, per portare a casa uno stipendio mensile quando nei mesi invernali c’era solo disoccupazione, per contribuire al lancio dello sci a livello nazionale, i signori sottoscrittori di questa denuncia anonima mettevano in difficoltà tutta l’organizzazione che, sinceramente, era molto difficoltoso tenere in piedi.
LETTERA ANONIMA AL PREFETTO DELL’AQUILA
Non era facile coniugare le varie esigenze: padri di famiglia che vedevano per la prima volta una sciovia o una sedia attaccata ad una fune, ragazzi che mettevano tutto il loro amore per contribuire all’economicità finanziaria della stazione, battipista avente potenza minima che si arenava tutte le volte che faceva più di 30 cm. di neve, imprenditori che nonostante le loro difficoltà economiche cercavano di mandare avanti la baracca, sciatori alle prime armi che facevano scarrucolare le sciovie e avevano grosse difficoltà anche a ridiscendere a piedi. Questo è una sintesi delle criticità alle quali si andava incontro giornalmente. Ma nonostante queste ed altre problematiche, sugli impianti non è successo mai niente di veramente grave. Grazie a Dio, per chi ci crede. Però la lettera allegata ci ha messo in serie difficoltà perché la Motorizzazione ci ha sottoposto ad una verifica puntuale e stringente sulla preparazione degli Addetti agli impianti, del Macchinista, del Capo Servizio e del Direttore di Esercizio e della conformità del Piano di Sicurezza alle norme vigenti. Alla faccia dei gufi siamo riusciti ancora una volta a dimostrare la capacità della nostra organizzazione ad affrontare e risolvere i problemi. Da parte della motorizzazione non ci sono stati provvedimenti se non le solite raccomandazioni di rito. Siamo andati avanti fino al 1985 con acqua quasi calma ma produttiva. ALTRI TEMPI.
Giovanni Cetrone