Dopo Scanno, Chieti e Pescara, il “Costume” approda nella Capitale il 7 febbraio, ore 9,30, con un seminario organizzato dal Comune di Scanno e dalla Fondazione Fasti. Incontro che rappresenta un importante pietra miliare nel percorso per il riconoscimento UNESCO del Costume. Si lancerà pubblicamente il Progetto per il riconoscimento UNESCO, che significherà scegliere per Scanno qualità nelle proposte culturali, turistiche, di comunicazione e impegno nella ricerca sistemica del bello e del ben fatto. Abbiamo ottenuto, dal Sindaco di Roma, l’uso gratuito della Protomoteca, significativo e molto importante affiancamento.
Punto di riferimento della cultura e della tradizione scannese, tratto distintivo dell’epopea pastorale che il borgo ha vissuto per secoli è il costume antico delle donne di Scanno. Molti importanti studiosi hanno affermato che “chi porta il vanto del costume d’Abruzzo è naturalmente Scanno”.
Alcuni studiosi di storia locale hanno ipotizzato l’origine orientale del costume, data da alcune abitudini delle donne di Scanno come quella di coprire il volto con una fascia di cotone lasciando scoperti solo gli occhi e la fronte, in segno di lutto, la cura e la riverenza (tipicamente orientale) nell’accudire e servire i loro uomini, l’accovacciarsi sul pavimento, con le gambe incrociate quando sono in chiesa. Altri invece ne hanno sostenuto la provenienza longobarda. I più antichi documenti che parlano dell’abbigliamento delle donne scannesi riguardano i corredi dotali dei secoli XVI-XVIII dove troviamo abiti molti diversi da quello di oggi. Un’evoluzione dell’abito che si ferma negli anni Cinquanta e che tuttavia non ha sminuito, nel tempo, la carica emblematica del costume femminile, soprattutto nella versione festiva.
L’abito femminile di Scanno è il costume più rappresentativo e originale della Regione, carico ancora di mistero; attribuisce alla donna che lo indossa un portamento solenne, quasi regale.
Programma dell’incontro