A Barrea, nell’alta valle del Sangro, il 22 febbraio di ogni anno è consacrato a un rigorosissimo digiuno, cui si trovano obbligati anche i bambini che abbiano compiuto i due anni. Ugual sorte è serbata al forestiero che in quel giorno vi capitasse. E la campana chiama in chiesa come di domenica.
C’è chi racconta di una peste da cui il paese rimaneva miracolosamente liberato; chi di una invasione di nemici, anch’essa allo stesso modo scongiurata; chi di un desiderio espresso a quel popolo dalla Madonna stessa per mezzo di una lettera a caratteri d’oro, che apparve galleggiare sulle acque del Sangro, gettando intorno raggi luminosi. La giornata, infatti, prende il nome di «digiuno della Madonna», e per la gente del paese è la giornata più sacra dell’anno, e per il lontanissimo voto degli antenati che vi si risente, e per la fede che immutatamente vi riesplode in aliti di popolare poesia e offerta.
Da Rossi, “Barrea ossia la Valle Regia” (ripreso da Leopoldo Beniamino in “L’Abruzzo Vero”)