Come sappiamo, alle prossime elezioni europee si deciderà anche sul futuro della transizione ecologica, su dare priorità alle politiche di sostenibilità in campo ambiente e salute o continuare a dare centralità allo sviluppo economico tradizionale, Per questo, l’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (ISDE Italia) ha organizzato, venerdì 24 maggio, la XIII edizione delle Giornate Italiane Mediche dell’Ambiente, presso l’Ufficio del Parlamento Europeo in Italia a Roma.
ISDE Italia, seguendo i suggerimenti dei ricercatori e degli scienziati che si occupano di salute planetaria, chiede ai candidati ed alle candidate alle elezioni per il Parlamento europeo un impegno trasparente e conseguente per promuovere buone politiche mirate a salvaguardare l’ambiente e prevenire le malattie causate dall’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, nonché dal cambiamento climatico.
Durante l’evento, esperti del settore medico e scientifico hanno presentato le loro raccomandazioni e proposte per migliorare le politiche ambientali e sanitarie a livello europeo, condensate in un “Manifesto\Appello” predisposto da ISDE Italia e dal documento della rete europea ambiente e salute HEAL, di cui ISDE Italia è il referente per il nostro Paese.
Il cambiamento climatico produce con sempre maggiore frequenza e intensità ondate di caldo, inondazioni e siccità, il solo caldo ha portato alla morte di 61.000 persone nell’estate del 2022 in Europa; i bambini, le donne in gravidanza e gli anziani sono i più esposti e i più suscettibili agli effetti sanitari.
Per l’inquinamento atmosferico, che ogni anno produce nel nostro Paese e nel resto d’Europa decine di migliaia di morti premature, ISDE Italia ritiene necessario che il prossimo Parlamento europeo si adoperi per adottare i nuovi limiti di qualità dell’aria prima delle scadenze attualmente previste e per perseguire prima possibile l’allineamento dei limiti dell’Unione europea a quelli proposti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel settembre 2021.
Per quanto riguarda il contrasto a un sistema alimentare basato sugli allevamenti e sull’agricoltura intensivi, ISDE Italia ritiene necessario che: vengano immediatamente banditi tutti i pesticidi che possono provocare danni alla salute; vengano incentivati la produzione biologica e locale ed il consumo a filiera corta.
Sulla gestione dei rifiuti, continua il ciclo non virtuoso dei rifiuti con tutte le conseguenze negative ambientali, sanitarie e sociali. Basta considerare che solo il 7,2% dei materiali deriva da riciclo di rifiuti per comprendere i costi in gioco di produzione e trattamento e le opportunità di affare per i trafficanti e i gestori illegali. Dal 20 maggio è in vigore il nuovo regolamento che detta norme più severe per la spedizione dei rifiuti, purtroppo esecutiva solo tra tre anni.E’ inaccettabile che malavita e inquinamento prosperino all’ombra dei 35 i milioni di tonnellate di rifiuti UE esportati nel 2023 oltre alle gestioni illegali interne, oltre al fatto che si scarichi sui Paesi destinatari dei rifiuti l’impatto ambientale delle economie dei mittenti.
E poi la problematica delle bonifiche: quasi 35 mila aree da bonificare in Italia che coprono circa 300 mila ettari (2 volte la provincia di Milano), solo circa la metà con procedimento di caratterizzazione e progettazione concluso e solo il 15% con bonifica effettuata (fonte Ispra). In Europa sono stimati 342.000 siti contaminati, dei quali solo il 15% è stato sottoposto a intervento di risanamento ambientale (fonte ISS). Solo il 14% delle 42 aree di interesse nazionale (SIN) ha il progetto di bonifica approvato e il 16% ha il procedimento concluso con esito di non contaminazione o con bonifica conclusa, il resto resta da caratterizzare e da bonificare, a danno degli oltre 6 milioni di residenti.
Occorre, inoltre, agire con decisione per contrastare il nuovo rischio planetario derivante dalle microplastiche ormai presenti ovunque, compresa la catena alimentare, producendo gravi rischi per la salute. Riteniamo che i recenti provvedimenti UE in tema di riduzione di imballaggi e riduzione delle microplastiche prodotte intenzionalmente non siano sufficienti a contrastare gli effetti ambientali e sanitari e facciamo nostro l’appello dei professionisti sanitari di tutto il mondo che esorta i delegati a impegnarsi per un Trattato giusto ed equo che rispetti i diritti umani, limiti la produzione di plastica, elimini i prodotti di plastica non necessari, compresa la plastica monouso, dia priorità alla disintossicazione e garantisca la trasparenza dei prodotti e dei materiali in plastica. Infine è indispensabile tenere conto dei costi esterni (ambientali e sanitari) derivanti dall’inquinamento causato da attività umane non ecologiche.