Esplorando… Frattura: I giochi di una volta (quindicesima parte)

La saggezza popolare, data dalle esperienze di vita di chi ci ha preceduti, è formata anche da indovinelli, stornelli, detti, curiosità e giochi.

Stornelli, detti e curiosità

“Cumpà è cotto il pane? – I bambini si mettevano uno dopo l’altro e un bambino chiedeva al primo bambino della fila chi aveva cotto il pane. Se rispondeva che il pane si era bruciato, con un ritornello cantato si chiedeva chi lo avesse bruciato, quindi doveva essere penalizzato con questo canto: “Cumpà è cotto il pane? E’ un po’ bruciato chi l’ha bruciato? Armando. E Armando è messo alle catene a soffrire le pene e le pene soffrirà”.

Cavall lung: I bambini di una squadra si appoggiavano a mo di cavalli uno dietro l’altro e quelli dell’altra squadra saltavano in groppa cercando di reggersi e non cadere. Qualora la squadra sotto non riusciva a reggere il peso, si arrendeva dicendo ” cinque”(che significava non ce la faccio più) e si ricominciava daccapo.

Sticcadado: Lungo la strada sterrata si poggiava un pezzetto di mattone rettangolare chiamato “dado”, dietro al quale ogni partecipante depositava un bottone precedentemente preso di nascosto al bucato di casa steso ad asciugare. Ogni partecipante cercava di abbattere con la “ioca” (un mattone o una pietra piatta di circa 20 cm quadrati) da una distanza di circa 10 metri il mattoncino. Chi riusciva ad avvicinare la propria “ioca” ai bottoni rispetto al dado, li prendeva come premio. In seguito i bottoni furono sostituiti con monetine.

Dal libro “A raccontar Frattura” di Armando Iafolla e Luciana D’Alessandro

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