Non tutti sanno che Frattura Vecchia era servita da un muro di cinta con due porte di accesso, una rivolta verso Nord denominata Porta San’ Antonio, per la presenza della statua di tale Santo che serviva la strada che portava alla chiesetta. L’altra denominata la Portazza per la poca rifinitura, posizionata nella parte sud del piccolo borgo e vi si accedeva dalla zona denominata La Ruccia. Si racconta che queste due porte erano custodite e per l’apertura e per la chiusura da un addetto. Questo addetto curava anche il funzionamento manuale posto nella facciata della chiesetta.
Si racconta, inoltre, che l’incaricato della custodia di dette porte all’ora stabilita, da un posto in altura, ne segnalava la chiusura con questo annuncio: “Chièdentreèdentreechièforeèfore emo’lu menghe” e sbarrava el porte in entrata e in uscita. Non vi è più traccia di queste due porte.
PERSONE CARATTERISTICHE DI FRATTURA
A Frattura come in tutti i paesi si trovano persone che di fatto diventano personaggi perché si distinguono per comportamenti, gesti, modi di parlare e raccontare, per lo svolgimento di attività di taglio prettamente artigianale, per generosità e grande disponibilità ad aiutare il paesano e il viaggiatore. Questa loro personalità li rende diciamo “caratteristici” e ritornano spesso nei ricordi di chi li ha conosciuti e anche di chi ne ha sentito il racconto delle gesta da altri.
Di questi personaggi e delle loro vicende, quasi sempre se ne parla, attorno al “fuoco” della vigilia di Natale per le festività, che ascoltano con curiosa attenzione. Ed è sempre un racconto di “fatti” o meglio “fetteriell” spassosi e che mettono buon umore. Ne riportiamo alcuni:
ANGELO CAPUTO
Come non ricordare Caputo Angelo, detto Spaccamondo, che era volato, come tanti uomini di Frattura, solcando il cielo fino in Venezuela in cerca di lavoro e di fortuna e ritornare al proprio amato ed indimenticabile paese? La fortuna lavorativa lo ha assistito ed Angelo è tornato più volte a Frattura per stare un po’ di mesi con la propria famiglia, con i propri amici. In occasione di un ritorno portò un macchinone decappottabile di quelli che solo nei film e nella nascente televisione si potevano vedere, ma niente a che fare con la grandezza e bellezza di una visione dal vivo. Quando usciva per andare a Sulmona e attraversava i paesi di Villalago, Anversa, Bugnara, ed anche quando si recava a Scanno tutti ammiravano questo macchinone. Angelo mise su l’attività di noleggio da rimessa e portava i fratturesi a Scanno e Sulmona per necessità varie non essendo fornita Frattura, allora, di un pari servizio. Ma Angelo che aveva un forte capacità comunicativa e altrettanta vena artistica, si metteva fuori casa a lavorare il legno ricavando l’oggettistica tanto guida e conoscitore delle peculiarità e le bellezze del luogo, il tutto per amore del proprio paese natio. Ancora oggi, in tutte le case di Frattura, si trova almeno un oggetto lavorato da “Spaccamondo”
NICOLA SARRA
A Frattura c’era da sempre un negozio di “generi alimentari e diversi” nel quale si trovava un po’ di tutto, dai classici generi alimentari, all’abbigliamento, tabacchi, filati, oggetti da regalo e tant’altro. I proprietari cedettero l’attività rilevata da Nicola Sarra un bravo giovane, lavoratore, ma con un po’ di timidezza che ol faceva apparire insicuro. Ora l’attività del negozio, nei giorni normali si poteva svolgere con calma prestando tutte le attenzioni possibili alle richieste del cliente, che al pari del negoziante aveva tempo di scambiare quattro chiacchiere. Insomma una vita a ritmo lento, Nicola ci si trovava bene e la sua timidezza non destava preoccupazioni. Ma nei giorni festivi il paese si ripopolava e l’incedere del fare richiedeva un ritmo diverso.
Figuriamoci alla festa di San Nicola, tra i tanti fratturesi che tornavano da fuori, quelli stabilmente residenti e i tantissimi di Scanno e Villalago che fedelissimi del Santo venivano a festeggiarlo. Di gente che aveva bisogno di fare acquisti nella “puteca” di Nicola ce n’era fin troppa e lui cercava in ogni modo di accontentare tutti con la sua classica calma. Entrarono nel negozio alcuni di Villalago che chiesero dei panini per la scampagnata del dopo processione e Nicola si mise all’opera posizionando quello che necessitava per fornire un panino. Quando si mise a tagliare il prosciutto, tra l’altro tra una chiacchiera e l’altra, i villalaghesi cominciarono a dubitare sui tempi necessari p e r confezionamento, ma non sapevano decidere se andarsene, e ciò sarebbe stato un affronto nei confronti di Nicola, oppure decidere di prendere solo alcuni panini che avrebbero diviso fra loro. Non sapendo che fare uno di loro trovò la via dell’umorismo e con fare serio disse a Nicola, che per ascoltare smise di confezionare l’ordinato: “Nicò, esse ce vole nu puche de tiempe, fa piane piane ancora t’ aviss taglià che ste curtellacce, tante nu teneme tiempe da perde”. Nicola senza troppo scomporsi rispose: T”i ragione, è mieglie fa el cose bone, nen te fi male e te riescene mieglie”. La risposta di Nicola scatenò una fragorosa risata generale, ma Nicola serafico, continuò a preparare i panini dando tempo (il suo) al tempo (il suo), ed intanto la processione si “consumava” rientrando in chiesa.
Dal libro “A raccontar Frattura” di Armando Iafolla e Luciana D’Alessandro