Dall’Alta Valle del Sagittario scendo e vado incontro ai miei rumori. È la fredda acqua di un torrente che scende con me.
Si sente il fiotto ribollente ma non si vede, perché tutto è coperto di un verde fitto e impenetrabile. Cammino e tra gli aspri scappamenti di motorini e macchine, mi raggiunge, a tratti, un odore di legna. Un odore antico quanto è antico il mio paese di Scanno.
La legna, raccolta nei boschi vicini, tagliata e messa pezzo su pezzo a formare una serra, alta, odorosa, forza sicura che darà calore alla sua gente quando appariranno le prime nevi. Cammino ed entro nel cuore del paese. Antiche austere case di pietra, lucide e grigie le stradine strette, chiese severe cariche di anni si parano dinanzi ai miei passi, riconoscenti. Raggiungo una piazzetta fuori del tempo, nuda e pur ricca di bellezza e armonia e mi chino dinanzi all’ acqua che sgorga tremula da una fontanella nera. Oltre i tetti, i monti, chiari e oscuri, pressano le case come irremovibili ma dolci guardiani.
È il mio paese, amici, ed io, in questo solitario cammino, vi sono rientrato e l’ho coperto con i miei ricordi.
Francesco Petrillo