Esplorando…Frattura: il borgo oggetto di studi e ricerche (ventitreesima parte)

In questi ultimi anni il nome di Frattura è salito agli onori della cronaca nazionale ed oltre per merito dell’attività di studi e ricerche del territorio condotti dalla dott.ssa Francesca Del Fattore, archeologa, dott.ssa Anna Rizzo, antropologa e dott.ssa Valentina Colella, artista.

Ognuna nel proprio campo ha valorizzato le ricchezze del nostro territorio, sono stati ritrovati reperti archeologici di indubbio interesse di civiltà antiche, la valorizzazione del “Fagiolo bianco di Frattura”, una eccellenza unica del territorio che ha ottenuto riconoscimenti nella manifestazione di Torino per l’area del gusto; realizzazione di piccole opere artistiche. Le giovani ricercatrici, preparate e motivate studiose, oltre ad entrare subito in empatia con gli abitanti del piccolo paese, con il loro impegno hanno rivitalizzato il piccolo borgo. Da evidenziare che sono state affiancate nella loro attività dall’immensa disponibilità delle persone di Frattura.

L’ antropologa Anna Rizzo dallo studio e dalla concreta esperienza vissuta a Frattura ha tratto un libro che è stato valutato meritevole del Premio Benedetto Croce di Pescasseroli. E’ evidente che il valido lavoro dell’antropologa Rizzo è il frutto di un’attività di studio e di ricerca che dà lustro a Frattura e ai suoi pochi abitanti che hanno collaborato con passione e competenza nell’evidenziare la vita di un borgo che attaccato alle proprie radici non ci sta a scomparire del tutto e che coadiuva a tutte quelle attività che ne esaltano i valori, le tradizioni, la coralità dei suoi abitanti.

Purtroppo la mancanza di comunicazione soprattutto con i paesi dell’Alto Sangro, votati da sempre alle attività del turismo invernale, non ha consentito un collegamento ed un consequenziale sviluppo del paese che ha subito un continuo spopolamento fino a ridursi ad alcune decine di abitanti residenti stabili per tutto l’anno. La stessa strada che attraversa le stupende Gole del Sagittario, decantata da visitatori stranieri sin dall’ 800, che collega Frattura con Sulmona, centro di riferimento per le attività lavorative, per la frequenze delle scuole, per i presidi sanitari, non facilita il pendolarismo giornaliero con il rientro nel paese al termine della giornata di lavoro e di studio,

Quando si rilevò che la costruzione della strada di collegamento Frattura-Alto Sangro che vide impegnato politicamente negli enti decisionali competenti, rappresentanti nativi di Frattura Italo Caputo e Ferdinando Caputo e dell’allora sindaco di Scanno prof. Antonio Ciancarelli, si avviò il percorso amministrativo e burocratico per realizzare tale sogno. Già con il primo tracciato sterrato, ma non aperto al traffico, che consentiva sia pure con difficoltà agli ardimentosi di percorrerlo fino alla Montagna Spaccata con sbocco sul Piano delle Cinquemiglia, si intravedevano le possibili vie di collegamento e di sviluppo con questo conosciuto comprensorio turistico.

Il sogno dei fratturesi sembrava farsi realtà, ma le successive vicende politiche e amministrative portarono a fare altre scelte in ambito provinciale e regionale e anche il sogno svanì. Oggi si può solo dire che una grande opportunità di sviluppo e di ripopolamento di Frattura, con una positiva prospettiva di crescita è stata persa e difficilmente saranno create le condizioni per realizzare quel sogno.

Dal libro “A raccontar Frattura” di Armando Iafolla e Luciana D’Alessandro

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