Come ogni anno, i ragazzi di Scanno, già nelle domeniche di ottobre, iniziano con i primi preparativi delle “Glorie di San Martino”.
Il lavoro per il grande giorno è tanto e faticoso. Tradizionalmente questo evento è molto sentito da tutti gli scannesi che tornano da ogni parte d’Italia. Evento che coinvolge un po’ tutte le fasce d’età; dai più piccoli che insieme ai loro papà salgono nella contrada d’appartenenza, fino alle nonne e mamme per la preparazione della gustosa e caratteristica “pizza che je quetrène“. Insomma una vera e propria festa, in cui ogni scannese è coinvolto e ci mette del suo per la buona riuscita dell’evento nel nome della tradizione.
Chi è stato almeno una volta sul posto può confermare quanto, da vicino, le Glorie siano belle e maestose: pire alte ben 25 metri, circa 8 piani di un palazzo. Solo a guardarle spente, ti senti parte della tradizione, sensazioni che sono difficili da descrivere. Si percepisce la fatica e lo spirito di sacrificio dei contradaioli, ognuno con i suoi pensieri; chi più e chi meno presi dall’eccitazione e dal nervosismo. Sono gli attimi prima dell’accensione che creeranno scompiglio, i più attesi e i più temuti. C’è tensione nell’aria già a distanza di un mese dall’evento. E si pensa alla sera del 10 novembre; a partire dalle 18:20, a 10 minuti dal via, a quei secondi che passano e che si ripercuoteranno sui battiti del cuore in progressiva fibrillazione.
Non si bada particolarmente al tempo atmosferico: se piove o se nevica, quello che è stato fatto è fatto. Invece, per ragioni tecniche e strategiche, si farà molta attenzione alla direzione del vento, spesso decisivo in fase di accensione. E quando arriverà il momento, all’ottavo rintocco, si va: le fiamme si avvolgeranno decise alle pire, squarceranno il buio pesto illuminando tutto intorno, accompagnate dalle grida festanti dei piccoli contradaioli: “Evviva la Plaja, Cardella e San Martino.
San Martino 2024, foto Enzo Gentile