Con grande piacere pubblichiamo quanto inviatoci dal nostro Luca Farina (PRIMA PARTE) riguardante il viaggio in Australia per riabbracciare il figlio Tommaso e l’amico nonché compagno di viaggio Adrian. Ricordiamo la loro partenza da Scanno con la “benedizione” dell’indimenticato Gregorio Rotolo.
Il viaggio in Australia è uno di quelli classicamente considerato un lungo viaggio. In effetti, e volendo risparmiare un poco sul volo aereo, un paio di scali sono richiesti per arrivare a Sidney, e almeno una trentina di ore per giungere nella terra dei canguri.

Con mia moglie Marta ci eravamo andati nel 1990: lavoravo allora per la FAO, l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura. Mi occupavo di piccoli ruminanti e visitammo progetti in Indonesia e Malesia; in Australia ci andammo per conoscere tecniche di allevamento particolarmente avanzate. L’Australia è, dopo la Cina, il paese al mondo col maggior numero di ovini (circa 100 milioni), all’avanguardia per i sistemi di gestione che riguardano l’allevamento di pecore da carne e lana, non da latte che restano prerogativa dei paesi mediterranei, quali appunto l’Italia. Ci andammo nella nostra estate, corrispondente al loro inverno, nella piena stagione della tosatura (shearing in inglese), ed assistemmo allo spettacolo di questi maestri nell’arte di tosare il pelo o meglio la lana a centinaia e centinaia di animali ed a velocità inattendibili, utilizzando attrezzature, quali i sostegni alla schiena, cesoie e altre di inverosimile efficacia ed efficienza. Un’esperienza incredibile che ancora ricordo come un’opportunità unica; m’impressionò anche la maniera in cui i cani da gregge si comportavano nel controllo degli animali, correndo sulle groppe delle pecore riunite per alcune operazioni quali trattamenti antiparassitari, identificazioni o altro e sostituendo totalmente e con maggior efficienza qualunque essere umano. L’ Australian sheperd è un cane da conduzione delle greggi che viene considerato di origine australiana, in realtà ha origini incerte, probabilmente europee affinate negli Stati Uniti, ed è poi divenuto famoso dall’altro capo del mondo grazie alle sue straordinarie doti collaborative e alla sua energia.

Ma questo viaggio, dopo 35 anni, assumeva connotati ed aspettative tanto diverse! Dopo oltre un anno e mezzo dalla sua partenza da Scanno e dall’Italia avremmo rivisto Tommaso ed il suo compagno di viaggio Adrian, protagonisti di Project Kune, arrivati in Australia dopo le varie peripezie che li hanno visti attraversare i due oceani in barca a vela rispondendo alla loro mission di sostenibilità.
Non avevamo nessuna cibaria italiana nei nostri bagagli, proprio per evitare gli scrupolosi controlli effettuati all’ingresso dalle autorità australiane che, così agendo, cercano di contenere al minimo la possibilità di introdurre nel loro territorio agenti patogeni di origine vegetale o animale che possano diffondersi nel paese; nulla da dire, anche perché sapevamo che, potendoselo permettere, tutto si può acquistare in loco.

Sdoganati i bagagli a Sidney abbiamo quindi proseguito per Brisbane dove, ad attenderci, c’era Tommaso: lacrime di gioia nei lunghi abbracci di un contatto fisico ricercato da tempo. Capelli rasati, abbronzato (lì è estate ora), energetico e sorridente: ci ha fatto stare subito bene. I primi racconti nel percorso da Brisbane a Goldcoast, la località australiana comparabile alla Miami americana, dove avevano deciso di stabilirsi per riprendere fiato e guadagnare qualche soldo in attesa che la buona stagione per veleggiare consenta loro di attraversare lo stretto di oceano che li separa dall’Indonesia, e riprendere quindi il lungo viaggio di ritorno, via terra. Segue…


