Arrivati la vigilia di Natale, siamo andati subito nel grande centro commerciale per acquistare panettone, parmigiano, pasta italiana…e tante bottiglie di prosecco: serata della vigilia e pranzo natalizio in giardino, in braghette corte ma col berrettino rosso in testa…e tanti giovani di diverse nazionalità che frequentano la casa dove alloggiano Adrian e Tomo.

Questa è stata la prima considerazione interessante di questo viaggio: scoprire quanti giovani europei, latino americani e di altri paesi vedano in Australia la possibilità di ottenere un lavoro ed imparare l’inglese secondo un’organizzazione strutturata e garante che li accoglie dopo aver ottenuto un visto lavorativo della durata di un anno, che può essere eventualmente prolungato per altri tre anni, soddisfando alcuni requisiti. Tra questi la disponibilità a lavorare in contesti dove non sono interessati i giovani australiani (esempio le farm agricole, l’assistenza alle persone anziane, la ristorazione e servizi associati etc.). Tommaso è molto soddisfatto della sua assunzione quale comis chef (assistente cuoco) presso il ristorante internazionale di una prestigiosa università di Goldcoast, con 150 addetti alla cucina e staff tutto straniero, mentre Adrian sta cercando di ottimizzare i turni di lavoro (anche notturni) che gli vengono richiesti nella fabbrica industriale di pane dove è impiegato. La paga (sui 30 dollari australiani netti all’ora, 1 AUSD corrisponde a circa 0,60 euro, più contributi previdenziali ed assicurativi) si raddoppia se occupati nei weekend o nei giorni festivi, per cui cercano di ottenere questi turni ambiti, oppure di integrare con lavori saltuari quali food deliveries (trasporto di cibo per consumo immediato).
Per nostra fortuna anche loro avevano le ferie obbligate del periodo natalizio ed abbiamo quindi potuto organizzare un interessante viaggio percorrendo, in caravan, parte della Pacific Coast Way, la lunga strada che, partendo da Sidney, percorre il New South Wales per raggiungere Cairns in Queensland. Non era nostra intenzione percorrere troppi chilometri piuttosto approfittare della natura e paesaggio lungo il Pacifico, penetrando all’interno per scoprire foreste pluviali, torrenti e cascate dove non sono mancati gli incontri con gli animali (kangaroos, koala ed anche serpenti, morti, per fortuna!).

Particolarmente eccitante il grido con cui un varano gigante è uscito dall’erba su cui stavamo camminando in foresta, per arrampicarsi velocemente sopra un albero. Il varano gigante australiano è la quarta specie di lucertola più grande del mondo, dopo il drago di Komodo, il varano di Salvadori e il varano fasciato. Alla fine del 2005 alcuni ricercatori dell’Università di Melbourne scoprirono che può essere velenoso. In passato era stato ipotizzato che i morsi inflitti da tali lucertole causassero infezioni dovute ai numerosi batteri presenti nelle loro bocche, ma questi ricercatori hanno dimostrato che gli effetti immediati sono causati da un lieve avvelenamento. Questa è stata la seconda considerazione sulla bellezza selvaggia dei luoghi, il rispetto per la stessa, la possibilità di accedervi gratuitamente e, non per ultimo, la presenza di servizi igienici impeccabili dove potersi fare anche una doccia a conclusione di impegnative escursioni.

Non poteva mancare il veglione di Capodanno fuori dalla norma, con un gruppo di giovani brasiliani, amici dei ragazzi, simpaticamente felici di accogliere italo spagnoli con musica, abbracci…e abbondante alcool per l’occasione.
Rientrati a Goldcoast ci siamo preparati a salutare i nostri beniamini. Pranzi e cene con coinquilini ed amici e gli ultimi bagni tra le onde del Pacifico con tramonti speciali; la vecchia Subaru del ’99 acquistata dai ragazzi per pochi dollari (e pochi ne vale) ci ha riportato a Brisbane per un commovente saluto ed un abbraccio a quattro che sembrava non volesse finire mai. Adrian, Tomo, Marta ed io uniti con la forza di un sentimento di condivisione ed affetto che superava le età ed i ruoli: avevamo condiviso giorni ed esperienze indimenticabili nello spirito Kune (INSIEME).

Il jetlag (9 ore di differenza orario tra Australia e Italia) ha fatto il resto: dopo due settimane dal rientro ancora ci svegliavamo nel pieno della notte pensando al nostro incontro, alle meraviglie australiane ed a quando saremo ancora insieme.
Luca Farina