La Settimana Santa in Abruzzo

Le celebrazioni pasquali offrono un’esperienza unica, tra riti religiosi, eventi folkloristici. Giornate di colori e profumi accompagnate dal tepore della primavera abruzzese, periodo dell’anno in cui la nostra regione, con Scanno e la Valle del Sagittario, offre panorami mozzafiato e la natura è in pieno splendore. È il momento ideale per regalarsi una vacanza itinerante rigenerante, magari esplorando anche l’alta Valle e Passo Godi. Un territorio che, con i suoi paesaggi, la sua storia millenaria e le sue tradizioni, rientra a pieno titolo tra le mete più affascinanti, attirando turisti italiani e stranieri.

La Settimana Santa, tempo di lacrime e di dolore, prende avvio con la Domenica delle Palme per arrivare agli eventi che culminano con la morte in croce, fino alla trionfale uscita dal sepolcro nella resurrezione. Molti forse non sanno che l’Abruzzo è la regione che nei secoli ha mantenuto la più alta diffusione di rappresentazioni teatralizzate che, a partire dal Medioevo, troviamo in tutta l’Italia del centro-sud.  

Il Giovedì e il Venerdì Santo sono le due giornate dedicate alle processioni più caratteristiche e plateali d’Abruzzo. Già nel Medioevo durante la Settimana Santa avvenivano sacre rappresentazioni delle varie scene della Passione, dove attori in carne e ossa interpretavano i vari personaggi. A Lanciano il giovedì sera domina la figura senza volto e senza nome del Cireneo che, scalzo e carico della pesante croce di legno, guida la processione degli Incappucciati. Giovedì è anche il giorno dell’Ultima Cena e dell’allestimento dei sepolcri. 

Moltissime sono le processioni del Venerdì Santo in tutto l’Abruzzo: in ogni città i simulacri vengono portati a spalla dalle Confraternite che da secoli organizzano i riti. A Teramo, nelle prime ore della mattina ha luogo la processione della Desolata, perché ricorda il dolore della Madonna per la morte del Figlio.

Il Venerdì a Sulmona la seconda processione, quella della sera, assume i tratti di un funerale, caratterizzata dal suggestivo struscio, il passo che i confratelli tengono durante il percorso. Si tratta di passi lenti e cadenzati, a imitare una persona che procede in catene o in un incedere penitenziale il tutto scandito dalle note meste e struggenti del Miserere. Anche a Scanno, in serata, la processione, organizzata dalla Confraternita della Madonna del Carmine,   assume tratti suggestivi con la figura adagiata del Cristo sostenuta da portantini nascosti sotto un telo, seguita dalla statua della Madonna Addolorata vestita di nero con il cuore trafitto da un pugnale. Un’altra processione eccezionale è quella di Chieti, tra le più imponenti ed antiche in Italia, essendo già attestata tra Duecento e Trecento. L’orchestra e il coro eseguono il Miserere composto da Saverio Selecchy, nel XVIII secolo maestro di cappella della Cattedrale di San Giustino e le cui note risuonano in molte processioni del Venerdì Santo in Abruzzo. A L’Aquila, con ancora i segni tangibili del terremoto, la città si ritrova per la partecipatissima processione del Cristo Morto.

Il Sabato Santo è giorno di silenzio e di preparazione alla Pasqua, ma a Barrea è ormai tradizione dal 1987 rappresentare la Passione Vivente sullo splendido scenario del lago. A Scanno va in scena la processione degli incappucciati a cura della Confraternita della Madonna delle Grazie in visita ai sepolcri.

Nel giorno di Pasqua il rituale abruzzese più significativo è la Madonna che scappa di Sulmona. È la Madre che ritrova suo Figlio, è la Madonna che resuscita dal nero al verde, è il momento in cui si sente un solo respiro corale da tutta la piazza. Sono sei i paesi che hanno un rito simile: oltre Sulmona, anche Spoltore, Lanciano, Introdacqua, Pratola Peligna e Corropoli.

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