Voluto e realizzato da Loreto Colarossi tra il 1698 (anno di apertura della chiesa – l’originaria chiesa di Sant’Eustachio dedica alla Madonna di Loreto fu abbattuta nel 1693 perché fatiscente – e il 1703 (morte del Colarossi), è uno strumento di notevole pregio e rarità per la peculiarità del modulo tecnico, ossia i primi due tasti neri di sinistra, chiamati ‘spezzati’ perché divisi a metà. Questo espediente consente di suonare con uno stesso tasto la nota naturale e la sua alterazione in diesis.
Loreto Colarossi ha amato molto questa ‘sua creatura’ tanto da lasciare precise disposizioni ai futuri benefattori: “..l’organo fatto fare a sue spese habbia a tenersi ben custodito, et habbia da star sempre in detta Venerabile Chiesa di S. Eustachio senza che possa et habbia da amoversi da chichesia per qualsivoglia causa, et vuole che ivi habbia da stare sempre fisso per decoro di detta Venerabile Chiesa et di detta Venerabile Cappella, essendo così la sua intenzione et volontà incaricando essi detti Cappellani et beneficiari pro tempore d’havere particolare cura di detto organo, acciò sia tenuto ben custodito et conservato, si come da esso R.do D. Loreto s’è tenuto.” (Memorie ff.78v-79).
Nel 1995 l’organo venne esaminato dal Prof. Oscar Mischiati, massimo esperto del settore. Il professor Mischiati si incaricò del restauro del prezioso strumento, col patrocinio della Commissione per la tutela degli organi artistici e della Sovrintendenza ai Beni Architettonici, Artistici e Storici d’Abruzzo, finalizzato al totale recupero e al rispetto delle strutture e caratteristiche organali dello strumento.
L’organo di Sant’Eustachio non era l’unico che avevamo a Scanno. Un altro era conservato, fino a qualche decennio fa, nella chiesa di Santa Maria della Valle. Un autentico capolavoro opera di Tommaso Celafo (1677-1750), celebre organaro abruzzese. Con il figlio Nicola tra l’ottobre 1735 e il gennaio 1736 costruì lo strumento per 60 ducati. Per il suo raffinato prospetto ligneo finemente intagliato e decorato fu definito ‘organo di artefice pertissimo’ dai vescovi in visita pastorale.
Scanno è ricca di tesori che sta a noi, Scannesi, amare, custodire e tramandare ai posteri.
Daniela Paletta