Capodanno (da capo d’anno) è convenzionalmente indicato come il primo giorno dell’anno. Secondo il nostro calendario gregoriano, il 31 Dicembre segna la fine di un periodo che solitamente finisce una settimana dopo il Natale dedicato al riepilogo dell’anno appena trascorso. Anche nella nostra psiche è fissata questa data di passaggio, di conclusione e di un nuovo inizio. L’uomo, animale pensante, non può non tirare le somme del tempo appena vissuto, si fa spazio a vecchie riflessioni e nuove consapevolezze. Il mantra del Capodanno è proprio questo: impegnarsi a fare di meglio. Ci aspettiamo di essere diversi!
La fine dell’anno segna in effetti il compiersi di un ciclo di vita, scandisce i nostri percorsi, le nostre emozioni ed i nostri ricordi. Riflettiamo su quello che è stato e che abbiamo fatto, su quello che abbiamo dato e su quello in cui abbiamo mancato. Il Capodanno assume quindi due facce, e l’uomo è chiamato a farne i conti. Esso però, più che un limite di tempo, dovrebbe essere vissuto come uno strumento. Ebbene sì, dobbiamo riappropriarci del tempo! Scartare passate convenzioni in nome di una maggiore coscienza nel gustarsi il percorso piuttosto che il risultato, senza porci troppi obiettivi. Dobbiamo quindi riconoscerci il diritto di procedere con il nostro passo. Diceva Karl Kraus: « con quale desiderio lei entra nel nuovo anno? Con il desiderio di essere risparmiato da domande del genere. » L’augurio migliore che mi sento di dare è quello di restare semplici e autentici. Auguri per questo capo d’anno!
Giulia Di Bartolo