Ringrazio tutti coloro che hanno fatto pervenire commenti. Essi consentono di chiarire alcuni punti, che forse erano stati poco chiari vista la complessità dell’argomento e la difficoltà di digerire numeri e percentuali. In particolare il mio intervento intendeva:

– provocare un dibattito serio, competente e con modalità diverse da quelle finora utilizzate;
– cominciare a dialogare a Gennaio e non a dicembre di un’eventuale “Stagione Sciistica”;
– dimostrare con dati che l’orografia di Collerotondo potrebbe non essere in grado di far rispettare i rapporti impianti/piste per una gestione economica soddisfacente nel periodo invernale. L’analisi del passato sembra confermare questa tesi;
– far realizzare gli interventi non a casaccio e “do do coio coio”, mettendo in atto un nuovo modo di programmare e realizzare “tutte le tipologie di intervento che riguardano i circa 135 kmq del nostro territorio”;
– ripeto, iniziare a redigere uno studio strategico di riferimento e per ogni intervento un’analisi di fattibilità tecnica, economica, finanziaria e gestionale. Basta con le cattedrali nel deserto, no anzi nella neve o sull’acqua. Per evitare ulteriori danni vanno utilizzate metodologie innovative, con la partecipazione di tutti ma nel rispetto del proprio ruolo e delle proprie competenze. Non è più l’era dei tuttologi;
– in attesa di soluzioni integrate, economicamente compatibili e rispettose dell’ambiente, proporre soluzioni tampone, utilizzando poche risorse per cercare di non creare ulteriori danni alla nostra economia;
– non certo proporre collegamenti “visionari” tra Collerotondo e Passo Godi e/o tra altre località turistiche limitrofe;
– portare ad una riprogrammazione seria di Passo Godi e Collerotondo, ed alla creazione di una Nuova Stazione, considerandoli tre aggregati differenti tra di loro come ubicazione, possibilità di accesso, per offerta turistica e per target di clientela;
– sollecitare una presa di posizione seria da parte delle istituzioni, in particolare l’emissione di un comunicato ufficiale, da portare all’attenzione di tutta la popolazione, sulle ragioni dell’acquisizione dei beni di Valle Orsara e sul programma di sviluppo che si vuole perseguire con le attrezzature acquisite. I soldi spesi o che si spenderanno sono soldi pubblici, noi cittadini abbiamo quindi il sacrosanto diritto di conoscere che fine faranno e/ se dobbiamo aspettarci un futuro di nuove tasse e di dissesti finanziari.

Per quanto riguarda invece altri due commenti:
– si può procedere con l’analisi della parte economica, finanziaria, gestionale, ambientale ed energetica solo dopo la verifica della possibilità di rispettare i rapporti ottimali indicati tra piste ed impianti e tra piste azzurre, rosse e nere. Rapporti su cui si basa principalmente la redditività della stazione;
– le criticità derivante da una mobilità non più sostenibile sono note sin dagli anni cinquanta-sessanta. In sessant’anni dovevano essere realizzati i collegamenti stradali per l’Autostrada e l’Altopiano delle Cinquemiglia, due varianti al paese, almeno mille posti auto omogeneamente distribuiti, pavimentazioni durature, muri di sostegno adeguati e marciapiedi usufruibili da tutti, disabili compresi. In quale arco di tempo il sistema attuale prevede di realizzare tutto questo, valore stimato di centinaia di milioni di Euro, se in circa sette anni non ha portato a termine nessuno della dozzina di interventi già finanziati per un importo complessivo di 7 milioni di Euro?
Per concludere questa fase, se si vuole nonostante tutto continuare ad investire su Collerotondo e visto che il Comune ha già acquistato i beni di Valle Orsara, deve essere costituita una società a capitale misto pubblico-privato. Questa soluzione temporanea permetterebbe a tutti coloro che traggono benefici dall’utilizzo delle ricchezze del nostro territorio e/o che si dicono amanti di Scanno, di partecipare al rischio industriale. Occorre evitare che siano ANCORA i soliti cittadini “indefessi” a pagare l’eventuale ulteriore FLOP.
Giovanni Cetrone