Inverno mai entrato nel vivo sull’Appennino abruzzese con deficit pluviometrico e nivomentrico praticamente a tutte le quote. Una stagione caratterizzata dal dominio, a fase alterne, dell’anticiclone africano con solo rapide incursione artiche che non hanno mai apportato grandi accumuli di neve.
Fatta eccezione per le aree dei grandi comprensori sciistici come l’Aremogna, Monte Magno a e Campo Imperatore il resto delle montagne abruzzesi hanno un innevamento che ricorda molto quello di fine aprile-inizio maggio. Anche le temperature quest’anno, tranne rari casi da inversione termica, non hanno registrato dati degni di nota se non in termini di quasi costante sopra media.
Stamani, 20 febbraio, le temperature massime hanno raggiunto i 14 grandi sui grandi altipiani interni come Cinquemiglia o quello delle Rocche e in quota i termometri sono schizzati in alto ancora una volta durante questa stagione estremamente anomala.
Notevoli, secondo i dati dell’Associazione Meteorologica Aquilana “AQ Caput Frigoris”, i 9 grandi a Campo Imperatore (2132 m), gli 8 gradi di Monte Genzana (1980 m) e i 13,7 grandi registrati a Passo Godi (1560 m). Non va meglio sul Gran Sasso d’Italia dove al rifugio Franchetti, a 2433 metri a ridosso del Corno Grande, la colonnina in mattinata ha raggiunto i 6 gradi.
Foto: Stele del papa Giovanni Paolo II a Ferroio di Scanno, affaccio sul lontano Monte Petroso