Henry Mancini: il musicista che ha incantato il mondo

Enrico Nicola Mancini, nasce a Cleveland, negli Usa, il 16 aprile 1924, dal padre Quinto che era nato nel 1893, nell’incantevole borgo di Scanno (AQ), da una famiglia emigrata li, già nel 1910, partendo come tanti altri emigranti, con un bastimento, dal porto di Napoli. Appena arrivato nel “Nuovo Mondo”, il padre nella città di Boston diventa operaio in un calzaturificio, per poi trasferirsi a “Little Italy”, nello Stato dell’Ohio, come altri connazionali, inserendosi in un’acciaieria. Qui conosce e dopo sposa Anna Pece, d’origine molisana, già in America dal 1903. Questo riferisce la stessa biografia del celebre figlio musicista, descrivendolo sempre taciturno e austero, ma amante della musica, come autodidatta flautista. Certamente in quest’ambiente il giovane Henry subito dimostrò la sua passione per la musica, indicandola come scelta futura, sempre con la tenacia, la determinazione e la voglia di riscatto di tutti gli emigranti, sradicati e proiettati in una società diversa, come quella turbolenta dell’America dei primi decenni del ‘900. Quando il grande musicista, negli anni cinquanta era in Italia, volle visitare in incognita Scanno, il Paese nativo del padre, rimanendone sorpreso dal suo isolamento e dalla sua immagine d’austero, ma fiero custode delle tradizioni dell’Abruzzo più ancestrale, mai conosciuto. Allora il musicista, aveva già dimostrato il suo talento nelle musiche da film, vere e proprie colonne delle grandi Major, grazie al loro successo al botteghino dei suoi brani, che gli portarono tanti riconoscimenti ed anche la ricchezza, vincendo tanti Academy Awards, con 50 album, oltre 300 milioni di copie vendute, con un patrimonio di 500 canzoni.

Un’immagine celebre dell’autore di musiche immortali come la “Pantera Rosa” e “Colazione da Tiffany” o “Moon River”, che fanno oramai parte del nostro immaginario collettivo, lo ritrae seduto all’amato pianoforte, con la moglie Ginny ed i loro tre figli, per il Natale 1966, con il famoso album “A Merry Mancini Christmas”. La collaborazione tra H. Mancini ed il regista B. Edwards, fu decisivo per il grande successo di entrambi, fin dalla  serie televisiva di “Peter Gunn”, alla fine degli anni cinquanta. Non a caso con il protagonista detective privato, con la passione del jazz, per il musicista che era già considerato un degno erede del grande G.Miller. Per questo, lungo decenni di lavoro creativo, Henry fece tesoro di questa preziosa e popolare tradizione swing, ottenendo la sua prima Nomination all’Oscar, proprio con la “Storia di Glenn Miller”. E poi tante altre partiture di successo, specie negli anni sessanta, sempre con un cenacolo di grandi musicisti ed una sua originale miscela che usava” il jazz come variazioni, deviazioni e contaminazioni di ogni ordine e grado ” arrivando a considerarlo “uno dei massimi orafi musicali del ‘900 americano”.

Chissà se il nostro H. Mancini, abbia mai saputo che la sua Scanno è sempre stata considerata una delle regine della filigrana, con l’arte orafa presente lì da secoli, fin dal 1600, coprendo di gioielli tutti i costumi tradizionali delle sue splendide donne. La famosa “Presentosa” fu descritta dallo stesso Gabriele D’Annunzio come “una grande stella di filigrana, con in mezzo due cuori”. Certamente egli ha lavorato anche con i grandi del cinema italiano, come Vittorio De Sica, che come regista del film “I Girasoli”(1970), gli affidò la struggente colonna sonora, con la sceneggiatura di T. Guerra, C. Zavattini e  la fotografia di G. Rotunno, con protagonisti  la coppia storica del cinema italiano, S. Loren e M. Mastroianni. In anni più recenti il nostro cantautore Mimmo Locasciulli ha definito tutti questi talenti come “Quegli americani dell’Abruzzo”, citando oltre Mancini altri musicisti a stelle e strisce, come Perry Como, (con il padre Pietro, originario di Palena (CH), appassionato baritono) autore di brani famosissimi come “Magic Moments”. Quasi una tradizione di famiglia, che si tramandava in eredità ai propri figli, d’origine italiana, come l’altro compositore Bill Conti, autore di tutte le colonne sonore di Rocky e dei film di S. Stallone. Un talento unico come Henry Mancini, che però ha lasciato troppo presto questa Terra, a soli settanta anni, nel 1994. Magari il nostro straordinario musicista è stato chiamato per continuare a comporre qualche altra sinfonia celeste.

Dal sito “Il Capoluogo” (di Sergio Venditti) 27 marzo 2022. (Inserito da Angelo Cetrone sul gruppo della Foce).

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