Dove vai? “Vaje a ju palche”. In effetti il Parco della Rimembranza in quegli anni ’70 era il ritrovo estivo per eccellenza di noi scannesi; dai più piccoli ai più grandi. A metà strada tra Scanno e il lago era il luogo preferito per sostare all’ombra dei suoi alberi e per godere di una pausa prima di riprendere il cammino in ambedue le direzioni, ancora più apprezzato dopo la salita verso la piazza centrale. Di forma ovale, ben curato e fornito di numerose panchine, con il chiosco e i vari giochi, non poteva che essere il posto preferito da noi ragazzi. A parte le corse, le giocate a pallone e il bigliardino, ci si intratteneva principalmente nei pressi del juke-box e dei flipper situati vicino al bar, in quanto rappresentavano per noi le assolute novità del momento.
E qui ci si scambiavano i saluti e ci si riabbracciava dopo un altro anno di scuola, qui ci si facevano i complimenti per la promozione o altrimenti ci si dava qualche buffetto sulle guance per la bocciatura, e sempre qui nascevano quelle nuove grandi amicizie con i tanti altri ragazzi venuti a Scanno per villeggiare con le proprie famiglie. Ma qui, soprattutto, cominciavano a nascere i nostri primi sogni innocenti che probabilmente sarebbero già svaniti nel corso di una sola estate.
Sulle note di “Pensiero” e di “Tanta voglia di lei” dei Pooh viaggiavano tutti i nostri desideri cantati insieme a squarciagola. Pertanto il juke-box era continuamente in funzione e con un solo gettone del valore di cento lire, si potevano selezionare ben tre brani. Ovviamente c’era chi preferiva le canzoni in inglese e spesso si litigava sulle scelte considerando che c’era a disposizione tutto il repertorio di Lucio Battisti, in particolare: “Pensieri e parole” e “Fiori rosa, fiori di pesco”, ma come si poteva mettere da parte i Beatles o i Pink Floyd? In proposito, chi di solito frequentava il juke-box, aveva una preparazione a dir poco sorprendente, in quanto sempre aggiornato su tutte le novità discografiche, grazie soprattutto a Lelio Luttazzi e la sua Hit Parade, un programma della Radio nazionale molto seguito dai giovani. Questa trasmissione andava in onda già dal 1967 e trattava solo la graduatoria dei 45 giri più venduti, dal numero 10 al primo posto, con la segnalazione del primato spettante a chi fosse risultato in vetta per molte settimane. E come dimenticare quel “forza Perugiaaa!” di Giancarlo Guardabassi nel programma “Dischi Caldi” del 1973 su Radio 1, dove venivano proposti i brani italiani di ultima uscita pronti ad entrare nella Hit di Luttazzi?
In questo periodo si fece strada inoltre un nuovo stile musicale di rock che privilegiava la tastiera elettronica rispetto alla chitarra, stile che in un certo qual modo stravolse di fatto i nostri gusti. I gruppi italiani più rappresentativi furono senz’altro Le Orme, la Formula Tre, I New Trolls, il Banco e la PFM che nel 1971 lanciò “Impressione di settembre” composta da Franco Mussida e Mauro Pagani su testo dell’immancabile Mogol, brano che riscosse un grandissimo successo e che ci lasciò tutti a bocca aperta, per la gioia anzitutto del nostro conterraneo Franz Di Cioccio di Pratola Peligna, batterista del gruppo ad ispirare Bobby e Lorenzo futuri percussionisti. Anche l’abbigliamento si stava adattando a questo nuovo genere musicale con vestiti sempre più attillati e le gonne per nostra fortuna sempre più corte. Inoltre i nostri comportamenti erano di molto influenzati dallo stile di Happy Days e dal modo di fare di Fonzie. Certo il juke-box non poteva contenere tutti i dischi preferiti, comunque l’eccezionalità stava nel fatto che ognuno ricordasse alla perfezione le combinazioni di quelli appena usciti (E2, C4 o D1). Inconfondibile il suono del gettone appena inserito, quindi il braccio automatico che andava a prendersi il vinile prescelto e finalmente musica per tutti. E così andava il codice A1 che corrispondeva a “Questo piccolo grande amore” di Claudio Baglioni, poi “La bambola” di Patty Pravo, “Yuppi Du e Svalutation” di Celentano e quindi “Insieme” di Mina, ecc. Mentre di sera, specialmente di domenica, i posti ai tavoli erano completamente occupati dagli adulti a gustarsi una bibita, un gelato, un caffè, o un bicchiere di birra accompagnato da patatine e popcorn, il tutto ovviamente condito da una buona dose di spensieratezza e allegria.
Fonte: Raccolta “Pagine di gioventù” (1959 – 1979) di Pelino Quaglione