Ci avevano detto di stare molto attenti. Tale monito, tipico degli adulti, era di quelli a cui non sarebbe seguita nessun’altra spiegazione. Era così e basta, visto anche quello che era successo.
Intorno alla metà degli anni sessanta, venimmo a sapere che alcuni nostri coetanei di 8/10 anni, tanto per passar tempo tra una messa e l’altra, erano soliti giocare a pallone in piazza nei pressi della sacrestia e tra una sgridata e qualche minaccia bella e buona, soprattutto da chi aveva lì parcheggiato la macchina, erano costretti spesso a darsela a gambe soprattutto se nei paraggi fosse stata avvistata la Guardia. Il più delle volte lo si gridava per finta: “la Guardia, la Guardia! Ed anche questo faceva parte del gioco. Di solito però, era meglio non rischiare, così ci si scapicollava alla svelta per non essere presi in castagna. In quella precisa circostanza, all’arrivo dei carabinieri, via tutti e di corsa, si dimenticarono del pallone che prese lentamente a rotolare indisturbato verso il basso. Quel giorno, a tarda sera, se la scamparono per poco; felici di averla ancora una volta fatta franca ma inconsapevoli di ciò che sarebbe accaduto in seguito.
Durante quel pomeriggio un gruppo nutrito di giovani si era intrattenuto per le solite partite a carte al bar di Erminio. All’imbrunire tornando verso casa, su per Squarcione, girato l’angolo della chiesa madre; cosa si videro arrivare incontro? Proprio quel pallone, nemmeno a farlo apposta, e quale occasione fu mai così tanto invitante? Uno di loro, infatti, il più lesto e il più capace quasi a emulare “rombo di tuono” Gigi Riva, non ci pensò due volte e gli sferrò un calcio potentissimo che per poco non colpì in piena faccia il carabiniere di turno, sopraggiunto sul posto in quel preciso momento. Apriti cielo! Che fare? Fermi tutti e subito in caserma. Sembrava una giornata tranquilla come le altre ma stava per scatenarsi l’inferno. Per cominciare, non potendosela prendere con noi ragazzi che eravamo già da tempo spariti dalla circolazione, i presenti si beccarono una bella denuncia per disturbo alla quiete pubblica, come tra l’altro accusati da alcuni albergatori, e tentata aggressione, dando luogo quindi ad un vero processo penale. Le scuse e le argomentazioni sull’accaduto rimasero vane, si voleva per forza andare a fondo per acquisire ogni minimo dettaglio, la piazza non era un campo di calcio e poi era tardi ed era vietato fare baccano. Pertanto non rimaneva che affidarsi a un avvocato. Convocati dal giudice presso il tribunale di Sulmona, gli “imputati” pensarono di sbrigarsela in quattro e quattr’otto. In pratica dovevano discolparsi di cosa? Di aver dato un calcio ad un pallone? Ma il giudice nel rispetto della legge fece capire che la faccenda era abbastanza seria da richiedere che tutti i facenti parte fossero interrogati: la forza pubblica, gli albergatori e gli accusati. Insomma il dibattimento andò per le lunghe con gli immancabili interventi degli avvocati e le varie deposizioni dei testimoni; ovviamente tutto trascritto a verbale. Come uscirne? In fin dei conti non s’era fatto male nessuno. Ma si era lì davanti alla Legge, anche se sembrava di essere finiti dentro un film di Totò dove ogni risposta o intervento era nel rispetto di un copione divertente a volte da recitare con enfasi, come si addice a un oratore, a volte incline all’ironia da scompisciarsi dalle risate.
L’episodio in se, anche se eclatante, inizialmente non lo considerammo particolarmente importante ma poi nel ripensare a ciò che accadde ad un altro ragazzo, finito in galera per aver “rubato” una sola mela, non ci sembrò più il caso di starsene allegri. Ma cos’era la “Legge”? Conoscevamo bene e a memoria i Dieci Comandamenti e tra questi di certo non c’era: “non giocare a pallone”. Probabilmente esistevano altre regole a noi ancora sconosciute da esaminare e imparare per bene.
La nostra era comunque l’età dell’innocenza, lo dice la parola stessa, e allora come si poteva pensare di poter essere in qualche modo colpevoli di qualcosa?
Fonte: Raccolta “Pagine di gioventù” (1959 – 1979) di Pelino Quaglione