Quello che è successo dal punto di vista nivologico dall’inizio di questo inverno va seguito con molta attenzione. Il motivo è da ricondurre al pericolo valanghe che incombe sempre più sui crinali appenninici. A dirlo è Stefano Bernardi, noto Meteorologo aquilano da sempre impegnato nel campo della prevenzione applicato alla scienza dell’atmosfera.
Le nevicate scese sui monti, secondo Bernardi, negli ultimi tempi hanno avuto diverse origini. Le correnti che le hanno generate, infatti, sono state improntate a estrazioni dapprima polari-marittime, virate successivamente a libeccio, seppur freddo, per poi divenire nuovamente polari-marittime ed infine completare il ciclo attraverso correnti di provenienza artico-continentale. Questo moltiplicarsi di differenti condizioni hanno offerto agli strati di neve, che mano mano si sono andati sommando, caratteristiche differenti. Ciò ha evitato che le precipitazioni cadute assumessero capacità aggrappanti e quindi instabili dal punto di vista della loro tenuta. A peggiorare il quadro della situazione è stata l’abbondanza di neve caduta e che ha di fatto amplificato il rischio che gli strati possano cedere. Quello che conta ora è non farsi trovare impreparati.
Bernardi esorta tutti a prestare la massima attenzione evitando di avventurarsi in sciate fuori pista. È importante, secondo il professionista abruzzese, optare per gli impianti sciistici più che per le uscite fai da te. Insomma per gli amanti dello sci, e non solo, è opportuno che ci si rifaccia alla prudenza se non si vuole trasformare in tragedia un momento di svago.